La Nuova Sardegna

Sassari

Uno spiraglio di luce nella vecchia palestra Coni

di Roberto Sanna
Uno spiraglio di luce nella vecchia palestra Coni

Proseguono anche all’interno i lavori per la messa in sicurezza della struttura La “Sport e salute” del Coni sarebbe pronta a una trattativa per la gestione

03 giugno 2020
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SASSARI. È stato il teatro dei primi grandi successi sportivi sassaresi, il campo dove hanno giocato la Dinamo di Sergio Milia e la Silvio Pellico di Pier Paolo Peru (al quale nel 2005 è stata intitolata), ma non è solo per una questione affettiva che la palestra Coni di viale Adua dovrebbe essere recuperata: in un momento nel quale la città ha assoluto bisogno di spazi sportivi e culturali, recuperare una struttura già presente (e dedicata allo scopo) sarebbe la via più breve per arrivare al risultato. Tanto più che, coi lavori di ampliamento del PalaSerradimigni ormai alle porte, molte società saranno costrette a cercarsi casa per chissà quanto tempo. Per il vecchio Coni servirebbero comunque tempo e denaro ma, in prospettiva, è un’ipotesi che non può essere trascurata a priori.

A metà strada. La notizia è che potremmo essere a metà strada, nel senso che i lavori per la messa in sicurezza, cominciati alla fine dello scorso autunno all’esterno, stanno proseguendo anche all’interno. Una volta ripulite le sterpaglie attorno all’impianto, i lavori sono proseguiti con lo smantellamento del parquet (che era stato posato sopra l’originario fondo in linoleum), gli interventi per i problemi di umidità causati dalle radici degli alberi e l’impermeabilizzazione del tetto. L’idea che potremmo essere a metà strada viene dal fatto che la società del Coni “Sport e salute” (ovvero la vecchia “Coni servizi”), proprietaria della struttura, ha fatto sapere che se ci fosse qualche società interessata alla gestione si potrebbe parlarne seriamente. E , la gestione potrebbe essere affidata anche ad altri interlocutori che non siano strettamente legati al mondo sportivo, purché in possesso dell’unico requisito considerato indispensabile: la presenza di un progetto serio e affidabile. Un progetto che sarebbe indubbiamente complesso e oneroso ma in ogni caso più semplice, rapido ed economico della costruzione ex novo di un altro impianto.

Cosa resta da fare. Non molla sicuramente la presa il comitato spontaneo costituitosi su Facebook qualche anno fa e che è riuscito a smuovere le acque, ripescando dall’oblio quello che sembrava solo un rudere destinato a sbriciolarsi col tempo: «Mancano interventi importanti che sarebbero a carico dei gestori – dice Piergiuseppe Canu, presidente della Confcommercio e tra i primi animatori del comitato –: parliamo degli impianti elettrici e idraulici, degli spogliatoi, del parquet e soprattutto dell’impianto di condizionamento, che secondo me è la parte più onerosa. Le cifre? Così, a occhio, direi che con centomila euro si può rimettere in funzione questo impianto e spendendo il doppio lo si può fare davvero bello. Io credo che ne valga la pena, perché ha grandi potenzialità. Non c’è solo la palestra principale, ma anche altre secondarie che nel corso degli anni hanno ospitato atleti delle discipline più disparate come le arti marziali, la boxe e la danza. In più cik sono gli uffici e i depositi e, all’esterno, un bellissimo giardino che potrebbe ospitare tranquillamente un ristorante. Insomma, non stiamo parlando certo di pochi spiccioli ma credo possano esserci le basi per cominciare a fare un ragionamento serio. Tenendo conto che la “Sport e salute”, di fronte a una proposta seria, sarebbe disponibile a ragionare».

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