La Nuova Sardegna

Sassari

Sini: una medaglia che suggella la pace

Sini: una medaglia che suggella la pace

L’ex carabiniere, eroe di Nassiriya, l’aveva restituita per protesta nel 2018

04 giugno 2020
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SASSARI. La medaglia d’oro è tornata al suo posto. Appesa al collo di Pietro Sini, carabiniere in congedo che il 12 novembre del 2003, a Nassiriya, si era infilato dentro la base Maestrale, appena attaccata dai terroristi, per prestare soccorso ai colleghi feriti, che da solo portò fuori a braccia. Un’azione eroica che gli era valsa il riconoscimento di vittima del terrorismo, l’onorificenza e la nomina di Cavaliere della Repubblica Italiana.

“Pacchetto” restituito nel 2018 al comando generale dei Carabinieri a Roma, «Mi sento una vittima di serie B – aveva detto Sini, lamentando che non venisse riconosciuto l’aggravamento della sua situazione di salute, deteriorata da una grave sindrome di stress post-traumatico – e tutto quello che ho fatto sembra già dimenticato».

Una protesta dura ma civile, degenerata in uno scontro con le istituzioni che nessuno voleva, ma da cui non si riusciva più a trovare l’uscita. Una ferita dolorosa che l’altro ieri si è finalmente rimarginata.

Dopo mesi di contatti, impegni, riavvicinamenti, la riappacificazione. E la decisione di consegnare ex novo l’onorificenza in una giornata che più simbolica non poteva essere: la festa della Repubblica. Il prefetto D’Alessandro ha consegnato la medaglia nelle mani dell’ex carabiniere che è tornato al suo posto accompagnato dal lungo applauso e dalle lacrime che hanno velato gli occhi di molti dei presenti.

«É stata una emozione enorme – racconta Pietro Sini – un giorno di festa. Abbiamo fatto tutti un passo indietro, ma soprattutto ci siamo parlati». «Io non ho mai inteso sfidare lo Stato, ma semplicemente segnalavo un problema, sentito – prosegue Pietro Sini –. Di tanti militari come me, che hanno vissuto situazioni limite, come quella di Nassiriya. E che a volte si sentono dimenticati. Il ministero, che mi ha contattato a settembre per discutere della situazione che si era creata, il prefetto, che con cuore ringrazio, i tanti presenti alla cerimonia di ieri, hanno dimostrato di aver capito».

«E i loro occhi lucidi, il loro lungo applauso, hanno riempito il mio cuore» conclude l’ex carabiniere. (g.bua)

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