La Nuova Sardegna

Sassari

Ex Astra, il bando è da rifare

di Giovanni Bua
Ex Astra, il bando è da rifare

Incongruenze tra la delibera di giunta e la manifestazione di interesse pubblicata on line

09 giugno 2020
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SASSARI. Qualche refuso su date e numeri. Un sopralluogo obbligatorio da fare (entro domani) che non piace a molti. E soprattutto un punto “pesante” sparito nel passaggio dalla delibera di giunta alla manifestazione di interesse, che cambia, e non poco, le carte in tavola. E di cui i principali “competitor” per l’assegnazione chiedono conto. Protagonista il cinema Astra, che dopo infiniti lavori (progettati e finanziati addirittura nella prima giunta Campus) e ancor più lunghe pastoie burocratiche è finalmente pronto a essere dato in concessione per tre anni, al costo di 6mila euro all’anno.

E qui iniziano i problemi. La delibera di giunta aveva infatti ristretto il campo di chi poteva ambire a prendere in mano il nuovo cineteatro in maniera molto puntuale: «Dovranno avere esperienza almeno quinquennale nella gestione di Teatri nel campo dell’organizzazione di spettacoli dal vivo e in locali di pubblico spettacolo con più di 250 posti, autonomamente o in collaborazione con altri enti pubblici o privati». Che, calato sulla realtà cittadina, si traduce nel lasciare in lizza due concorrenti, entrambi molto interessati e pronti anche a presentare un progetto comune. Il primo è la Compagnia Teatro Sassari, 42 anni di attività, gestore dal febbraio 1989 al dicembre 2018 del Teatro Olimpia di Porto Torres, (oggi “Andrea Parodi”) con i suoi 620 posti e il fiore all’occhiello del Festival Etnia e Teatralità, giunto nel 2018 alla ventinovesima edizione. Il secondo è La Botte e il Cilindro, nata nel 1978, dal 1986 riconosciuta ininterrottamente dal ministero per i Beni e delle Attività Culturali e dal 2000 al 2010 riconosciuta dallo stesso Ministero come Teatro Stabile di Innovazione per l’infanzia e i giovani. Oltre che, dal 1990, gestore del teatro Il Ferroviario con i suoi 240 posti.

Tutto a posto? Nemmeno per sogno. Della precondizione per partecipare nella manifestazione di interesse non c’è infatti più traccia. O meglio è richiesta un’esperienza ultra-quinquennale nel campo dell’organizzazione di spettacoli dal vivo non solo esclusivamente teatrali (danza, musica e arti performative ingenerale) e di manifestazioni volte alla valorizzazione di beni culturali materiali e immateriali E di aver avviato, almeno negli ultimi cinque anni di attività, collaborazioni con altri operatori del settore dello spettacolo dal vivo.

Un cambio di rotta non di poco conto, che ad alcuni potrebbe fare anche piacere e su cui non è il momento di esprimere giudizi. Il problema vero è infatti la sostanziale differenza tra delibera e manifestazione di interesse. E il concreto dubbio su quale sia il documento che “comanda”. Dubbio che, se non risolto, potrebbe portare a ricorsi sull’eventuale assegnazione, che farebbero partire decisamente con il piede sbagliato la nuova avventura del vecchio cinema di Corso Cossiga nato durante il fascismo come sede della Gioventù italiana del Littorio.

La soluzione? Armonizzare i due documenti, e nel mentre correggere un paio di refusi, che segnala il consigliere Mariolino Andria, che per risolvere chiede all’assessore Arru di ritirare e ripubblicare la manifestazione di interesse. «Nel punto 8 – spiega – viene prescritto che “la spesa per l’allestimento dovrà essere opportunamente documentata e potrà essere scomputata dal corrispettivo di cui al punto 10: ma il punto 10 indica l’“Inventario delle dotazioni concesse”, inoltre nel punto 12 si indica la scadenza del 22 giugno ma nel 13 viene indicata la data del 25 giugno». Con il consigliere critico anche su altre restrizioni: «Il bando è rivolto alle Associazioni culturali, alle Onlus, agli enti no-profit e del terzo settore escludendo qualsiasi altra organizzazione d’impresa con adeguate competenze e requisiti».



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