La Nuova Sardegna

Sassari

Le grandi dive di Marco Campus

Le grandi dive di Marco Campus

Il fashion designer di Sorso ha presentato la sua collezione ispirata a Hollywood

09 giugno 2020
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SASSARI. Dalle grandi dive hollywoodiane del passato come Grace Kelly, Marilyn Monroe, Katherine Hepburn e Jacqueline Kennedy Onassis, nasce la prima vera collezione intera di Marco Campus, giovane fashion designer sardo. Grandi icone di stile e di bellezza, affascinanti e, per certi versi, immortali.

Ventitrè anni, originario di Sorso, Marco Campus rappresenta la terza generazione di sarti della sua famiglia. La nonna paterna Pietrina Pischedda è una delle sarte storiche di Sorso, mentre lo zio Mario Campus ha un noto atelier a Sassari. «Sono cresciuto tra le macchine da cucire di nonna Pietrina– sottolinea con orgoglio Marco – la quale mi ha insegnato il mestiere e tutte le tecniche per realizzare un capo da donna, poi ho iniziato a lavorare come apprendista nell'atelier di mio zio Mario dove ho imparato le tecniche sartoriali da uomo». Diplomato al Liceo artistico Figari di Sassari nel laboratorio “design della moda e del tessuto”, Marco ha poi preso parte al corso di ricamo nel laboratorio Piroddu di Sennori, noto per gli abiti tradizionali sardi.

Le prime creazioni di Marco Campus, sono state presentate anche a Roma al Gran Galà della Moda e all'ultimo Festival di Sanremo dove ha vestito la manager Gabriella Chiarappa. «Per questa collezione mi sono ispirato al dopoguerra – ha detto lo stilista presentando la sua collezione – ad alcune dive che rappresentano una donna libera e indipendente che acquista consapevolezza e potere nella società, ma con una certa eleganza e raffinatezza, soprattutto vive un periodo di leggerezza visibile anche sull'abbigliamento come i capi degli anni Venti che perdono qualsiasi tipo di struttura e prendono carattere e così anche negli anni Cinquanta e Sessanta». Durante la quarantena, Marco Campus ha anche realizzato delle mascherine, tutte donate a istituti per anziani, ospedali e persone più bisognose.

Nicola Nieddu

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