La Nuova Sardegna

Sassari

«Ti uccido e ti sciolgo nell'acido», marito a processo a Sassari

Nadia Cossu
«Ti uccido e ti sciolgo nell'acido», marito a processo a Sassari

La vittima in aula: nostro figlio di 10 anni mi faceva da scudo

12 giugno 2020
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Un bambino di dieci anni che fa da scudo mentre il padre si scaglia contro sua madre. Vuole difenderla, apre le braccia, si “interpone” tra i genitori per proteggere lei.

È un racconto che fa rabbrividire: ieri mattina la donna ha raccontato il suo calvario in aula, ripercorrendo quel terribile periodo fatto di insulti, schiaffi, pugni e terribili minacce: «“Ti sciolgo nell’acido”, mi ha detto una volta mio marito». In alcuni momenti quella voce provata dalla sofferenza quasi nemmeno si sentiva, e accadeva quando la giovane donna era chiamata a raccontare episodi particolarmente umilianti e a ripetere frasi, rivoltele dal marito, che attenevano alla sfera sessuale.

Per quei fatti un 34enne sassarese è finito a processo (con giudizio immediato) davanti al collegio presieduto dal giudice Mauro Pusceddu (a latere Sergio De Luca e Giulia Tronci) con le accuse di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e danneggiamento.

La vittima (assistita come parte civile dall’avvocato Marcello Loriga) ha raccontato gli episodi di violenza cui è stata sottoposta tra il 2015 e il 2019. I primi risalgono al periodo di gravidanza della secondogenita: «Abusava spesso di sostanze alcoliche, era geloso» e anche senza motivi reali avrebbe insultato la moglie anche alla presenza dei bambini: «Mi diceva che ero una tr... e mi colpiva con calci, spinte e schiaffi». La violenza si è poi ripetuta nel tempo. «Un giorno minacciò di morte me e un mio collega dicendoci che ci avrebbe staccato la testa con la catana”. I litigi erano frequenti e la minaccia di morte era una costante: «Ti ammazzo».

«Quante volte le ha detto questa frase suo marito?», le chiede il giudice Pusceddu a un certo punto: «Ogni volta che litigavamo» la risposta della donna. Lo scorso settembre, invece, sempre durante una discussione, l’aveva colpita con schiaffi davanti ai figli, poi le aveva strappato il telefonino dalle mani e l’aveva buttato per terra. Il cellulare in quell’occasione si era rotto e per questo l’imputato deve rispondere anche del reato di danneggiamento.

«Sì, un giorno mi disse che mi avrebbe sciolta nell’acido» conferma a precisa domanda del pubblico ministero Maria Paola Asara.

Per arrivare alla notte del 30 novembre 2019 quando l’uomo, rientrato a casa a notte fonda ubriaco, in preda alla gelosia, aveva svegliato la moglie (che dormiva nel letto matrimoniale insieme alla figlia piccola) e le aveva dato uno schiaffo. Poi aveva iniziato a insultarla e a picchiarla su tutto il corpo. Quella notte il bambino sentendo le urla si era svegliato e aveva provato a difendere la mamma. Lei aveva cercato di scappare e il 34enne l’aveva afferrata per i capelli, lei era riuscita a rifugiarsi nel bagno chiudendo la porta a chiave e lui aveva cercato di abbatterla con pugni e calci mentre continuava a minacciarla di morte. Quella notte la donna era riuscita a chiedere aiuto a una vicina che abitava al quinto piano.

«Erano le 4 del mattino – ha ricordato ieri la signora che è stata citata come testimone – la ragazza era molto spaventata e mi ha chiesto aiuto dicendomi che il marito l’aveva picchiata. Ho chiamato i carabinieri che sono intervenuti poco dopo». Uno dei militari della pattuglia del nucleo radiomobile ha confermato in aula l’intervento.

All’uomo (difeso nel processo dall’avvocato Salvatore Carboni) era stato imposto l’allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento alla (ormai ex) moglie.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative