La Nuova Sardegna

Sassari

Chimica verde, il progetto modello ormai senza futuro

Chimica verde, il progetto modello ormai senza futuro

Ieri incontro in Regione a Cagliari ma senza interlocutori La preoccupazione dei sindacati: nord Sardegna in ostaggio

12 giugno 2020
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SASSARI. Doveva essere una ripartenza, lenta quanto si vuole ma con qualche passo in avanti. Invece quella di ieri in Regione, nell’ambito dell’Agenda Industria, va iscritta nella lista delle false partenze. Al tavolo del confronto regionale non c’erano l’assessora all’Industria Anita Pili e neanche il presidente Christian Solinas. Così sindacati e Confindustria, dopo una discussione che ha potuto contare al massimo sulla presenza di qualche direttore generale degli assessorati, si sono ritrovati al punto di partenza. Praticamente sono trascorsi sei mesi dall’ultima riunione e sul fronte dell’Area di crisi complessa del nord Sardegna e dei progetti della chimica verde non ci sono novità degne di nota. Vuol dire che l’emergenza sanitaria non solo ha bloccato le procedure ma ha anche congelato ogni possibile attività.

Il risultato è a dir poco preoccupante. Tutti sanno - dai sindacati ai rappresentanti delle imprese - che dopo l’emergenza sanitaria generata dal Covid-19, il territorio si troverà a fare i conti con una situazione drammatica dal punto di vista economico e occupazionale. Non ci sono segnali incoraggianti, e chi fa finta di niente aggrava solo una condizione che in autunno esprimerà tutta la forza devastante.

Nello stabilimento di Porto Torres, dopo la riorganizzazione societaria all’interno di Eni, si attendono segnali chiari. Le imprese attraversano una fase di incertezza e i lavoratori - tra cassa integrazione e attesa - stanno ormai giungendo a conclusione di un ciclo, e se non arriveranno novità in tempi brevi il conto pesantissimo.

Il territorio fa finta di niente, preoccupato di regole per gli aperitivi, vacanze (degli altri) e grandi eventi che non potranno esserci, ha perso di vista le necessità reali. Di fronte a una fabbrica che naviga a vista (in attesa appunto di nuove disposizioni) non c’è dall’altra parte una alternativa credibile che avanza, intesa come consistenza di produzioni, valore economico e occupazionale.

Intanto si fanno i conti. Il Protocollo della chimica verde, dopo più di 9 anni, non ha ancora trovato attuazione e il rischio reale è anche quello di perdere anche quel poco che è stato realizzato finora.

A gennaio, nel corso dell’ultimo incontro a Cagliari, l’assessora Pili aveva espresso l’intenzione della Regione di riprendere il confronto con il Governo e capire cosa potesse essere realizzato degli accordi firmati nel 2011. Il nord Sardegna purtroppo è in ostaggio della vertenza in atto tra Eni e Novamont la cui definizione appare sempre più complicata. Serviva un momento di confronto ai massimi livelli, e invece dopo sei mesi il tempo sembra essersi fermato. (g.b.)

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