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Sassari

Erasmus, il Tar dà ragione all’ateneo di Sassari sull’espulsione per il party in terrazza

Luca Fiori
Erasmus, il Tar dà ragione all’ateneo di Sassari sull’espulsione per il party in terrazza

La richiesta di perdono al sindaco e al rettore e di una seconda possibilità per gli studenti spagnoli non sono bastate

13 giugno 2020
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SASSARI. La richiesta di perdono al sindaco e al rettore e di una seconda possibilità alla città che li ha accolti per il progetto “Erasmus” non sono bastate. La redenzione in parrocchia e il volontariato alla mensa dei poveri di Cappuccini – dopo la festa in terrazza – non hanno convinto i giudici a ribaltare il provvedimento emesso dall’università a fine marzo, in piena emergenza sanitaria.

Per il tribunale amministrativo di Cagliari non esistono motivi per sospendere la decisione del rettore dell’università Massimo Carpinelli di interrompere il programma europeo di mobilità studentesca dei sedici studenti denunciati dalla polizia locale il 19 marzo scorso, per un party abusivo in una terrazza di una palazzina che si affaccia tra via Matteotti e via Turati.

Il Tar ha dunque respinto la richiesta dei sedici ragazzi spagnoli che dopo l’espulsione da parte dell’università di Sassari si erano rivolti alla giustizia amministrativa, ritenendo che i loro diritti di studenti fossero stati violati. Difesi per carità cristiana, come richiesto personalmente dal parroco di Cappuccini padre Isidoro, dall’avvocato Ignazio Vargiu, gli studenti “Erasmus” avevano chiesto di poter essere riammessi a frequentare i corsi dell’ateneo turritano e a sostenere gli esami, prima di fare rientro nelle università spagnole in cui sono iscritti.

Non andrà così, perché per i giudici della prima sezione del tribunale amministrativo regionale (presidente Dante D’Alessio, consigliere estensore Tito Aru, consigliere, Antonio Plaisant) il provvedimento del rettore dell’ateneo sassarese era invece «adeguatamente motivato – si legge nel dispositivo del Tar – in ordine alle ragioni che hanno condotto alla sua emanazione, per le quali gli studenti sono stati anche denunciati alla Procura della Repubblica».

Durante la festa in terrazza i sedici ragazzi erano stati individuati da un drone della polizia locale e poi segnalati alla magistratura per aver violato l’articolo 650 del codice penale.

Per il Tar il provvedimento di sospensione firmato qualche giorno dopo dal rettore Carpinelli «risulta adeguato e proporzionato alla grave e irresponsabile condotta degli studenti – hanno scritto i giudici – soprattutto se si considera il contesto temporale nel quale, nel momento del massimo allarme sociale determinato dall’epidemia sanitaria Covid 19, e in totale spregio delle disposizioni adottate dalle autorità competenti».

Ai sedici studenti aveva teso una mano padre Isidoro De Michele, a capo della parrocchia dei Cappuccini. Grazie al volontariato dei giovani spagnoli e di qualche cuoco sassarese il sacerdote era riuscito in piena emergenza sanitaria a far ripartire la mensa dei poveri del quartiere. Ma per il Tar «eventuali ravvedimenti o pentimenti sfociati nello svolgimento di attività socialmente utili – hanno scritto i giudici – potranno essere valutati in altre sedi giudiziarie, ma certamente non incidono nella valutazione di legittimità del provvedimento». La decisione segna un primo punto a favore dell’ateneo turritano, rappresentato dall’avvocato dello Stato Giandomenico Tenaglia. La richiesta di sospensione per ora è stata solo respinta e in seguito il Tar emetterà una sentenza. Nel mentre gli studenti stanno valutando con il loro legale la possibilità di rivolgersi al Consiglio di Stato. «Per ora anche al Tar è prevalso un atteggiamento punitivo – commenta amaramente l’avvocato Vargiu – nonostante le irregolarità evidenti del provvedimento rettorale».

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