La Nuova Sardegna

Sassari

Maltrattamenti, condannato ex marito a Sassari

Maltrattamenti, condannato ex marito a Sassari

Due anni e 4 mesi a un 47enne, un giorno entrò con la forza a casa della donna

14 giugno 2020
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SASSARI. L’allora giudice per le indagini preliminari Giancosimo Mura aveva disposto che nei suoi confronti si procedesse con giudizio immediato. Le accuse: maltrattamenti nei confronti della moglie, dalla quale era separato legalmente. Il giudice lo ha condannato a due anni e quattro mesi per questo reato ritenendo che finché non sopraggiunge la sentenza di divorzio gli atti persecutori (inizialmente era infatti questo il reato contestato) debbano essere riqualificati in maltrattamenti. L’uomo, un 47enne di Sennori difeso dall’avvocato Lidia Marongiu, è stato anche condannato a pagare una provvisionale di quattromila euro alla ex moglie, che si era costituita parte civile con l’avvocato Cinzia Cossu.

La donna per un lungo periodo aveva vissuto nell’angoscia e nella paura, sottoposta a molestie e minacce che le impedivano di vivere serenamente le proprie giornate.

Nel decreto che disponeva il giudizio immediato sono elencati in particolare due episodi. Il primo risale a febbraio del 2018: la vittima si trovava insieme al nuovo compagno all’interno di un bar di Sennori e l’imputato era passato in macchina di fronte, si era fermato e le aveva urlato parolacce e frasi offensive. Aveva poi parcheggiato l’auto sotto casa della ex e l’aveva lasciata lì tutta la notte. Un modo come un altro, secondo l’accusa, per provocare alla donna uno stato di ansia continuo.

A distanza di due mesi un secondo episodio: l’imputato aveva raggiunto la moglie e il suo compagno in un locale «passando loro provocatoriamente vicino più volte – scriveva il pm – insultandola, dicendole “tr...” e al compagno “parassita” “vattene da casa mia”, provocandolo dicendogli “vieni qui”, invitandolo allo scontro fisico». In quell’occasione l’uomo si era poi allontanato e la notte stessa «si era introdotto abusivamente nell’abitazione della vittima danneggiandole alcuni arredi». Da qui la contestazione del secondo reato: violazione di domicilio. Per entrare in casa il 47enne aveva infatti «forzato la finestra del piano terra spaccando i perni di chiusura, strappando la tenda, danneggiando alcuni beni presenti in casa tra cui un impianto stereo (di proprietà del compagno della ex moglie ndc), danneggiando due divani con un oggetto appuntito». A conclusione del processo è arrivata la sentenza di condanna del giudice che si aggiunge a una precedente (a un anno e dieci mesi) per fatti simili. (na.co.)

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