La Nuova Sardegna

Sassari

Nuova ipotesi per il femminicidio di Alghero: Speranza colpita al viso

Luca Fiori
Nuova ipotesi per il femminicidio di Alghero: Speranza colpita al viso

Il corpo della 50enne di Uri è stato rinvenuto senza due incisivi. La Procura nomina un nuovo perito

20 giugno 2020
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Colpita una o più volte al volto forse con un bastone o una pietra, comunque con un oggetto appuntito e molto pesante. Una violenza tale da farle saltare due denti, un incisivo dall’arcata superiore e uno da quella inferiore.

Speranza Ponti potrebbe essere stata uccisa così, all’interno della abitazione di via Vittorio Emanuele ad Alghero in cui viveva con il compagno Massimiliano Farci o forse – più probabilmente – accanto ai cespugli di Monte Carru, dove è stato ritrovato il suo corpo senza vita e in avanzato stato di decomposizione il 30 gennaio di quest’anno.

È una delle ipotesi su cui sta lavorando la Procura della Repubblica di Sassari, che dopo la pausa obbligata – dovuta all’emergenza sanitaria – sta provando a dare un’accelerata alle indagini per far luce sulla morte della donna. L’inchiesta era partita a metà dicembre quando i genitori della cinquantenne di Uri si erano recati dai carabinieri di Alghero per denunciare la sua scomparsa.

Sarà l’odontologo forense Danilo De Angelis dell’istituto di medicina legale di Milano a cercare di dare le risposte alle domande del sostituto procuratore Beatrice Giovannetti. Il prossimo 29 giugno nella caserma dei carabinieri di Milano Monforte, il perito riceverà l’incarico da parte del pm per effettuare un accertamento di natura odontologa forense sulla salma di Speranza (che ancora non è stata restituita ai familiari) e in modo particolare sull’apparato dentario.

Gli inquirenti vogliono capire dall’esperto in che modo la 50enne abbia perso i due incisivi: se la causa sia naturale o per via di un’azione violenta. Il particolare dell’assenza dei due denti era tenuto nascosto dagli inquirenti ed emerso solo ora, ma che non era sfuggito fin da subito al medico legale Salvatore Lorenzoni durante la ricognizione esterna del cadavere della donna nell’istituto di patologia forense dell’università di Sassari.

Per approfondire questo e altri aspetti del racconto fatto da Massimiliano Farci agli inquirenti al momento del fermo, una settimana fa il medico legale, i carabinieri della compagnia di Alghero e il sostituto procuratore Giovannetti sono tornati sulla collina di Monte Carru.

Massimiliano Farci potrebbe aver ucciso la fidanzata proprio in quel luogo panoramico – in cui poi si è sbarazzato del suo corpo – colpendola al viso con qualcosa di molto pesante. Un oggetto che l’ergastolano di Assemini, potrebbe aver gettato tra la folta vegetazione, fatta prevalentemente di macchia mediterranea.

Qualche risposta sulle modalità della morte della povera donna, che si era trasferita da Genova ad Alghero per amore di Farci, arriverà anche dall’esame che giovedì prossimo verrà affidato all’entomologa forense Valentina Bugelli, che dovrà effettuare le analisi sulle larve prelevate dal corpo di Speranza, allo scopo di ricostruire con esattezza data e origine della morte.

Condannato all’ergastolo nel 1999 per il delitto del giovane imprenditore Renato Baldussi di San Sperate, dal 2017 Farci era in semilibertà. Ad Alghero aveva aperto una pizzeria e dalle 7 del mattino a mezzanotte poteva uscire dal carcere per lavorare. Nei locali di via XX Settembre alcuni giorni fa sono stati tolti i sigilli della Procura, così come nell’abitazione dei genitori dell’ergastolano, finito sotto sequestro nella fase iniziale delle indagini.

Sigilli che restano ancora in via Vittorio Emanuele, nell’appartamento in cui Farci sostiene che Speranza si sia tolta la vita impiccandosi a una porta.

©RIPRODUZIONE RISERVATA



In Primo Piano
L’intervista

Giuseppe Mascia: «Cultura e dialogo con la città, riscriviamo il ruolo di Sassari»

di Giovanni Bua
Le nostre iniziative