La Nuova Sardegna

Sassari

Porto, Rfi fa causa al Comune

di Gavino Masia
Porto, Rfi fa causa al Comune

Le Ferrovie: paghi l’occupazione dell’area dove si trovano stazione marittima, museo e altri immobili

21 giugno 2020
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PORTO TORRES. Rete ferroviaria italiana ha notificato al Comune di Porto Torres l’atto di citazione, tramite l’avvocato Lucio Ghia, con il quale chiede al giudice di condannare l’amministrazione comunale al pagamento dell’importo per l’occupazione degli immobili di proprietà di Rfi. L’udienza di comparizione per la costituzione in giudizio è stata fissata per il 30 giugno prossimo. Il mandato a rappresentare e difendere il Comune è stato conferito all’avvocato Fabrizio Bionda, titolare dell’avvocatura interna dell’ente.

Il patrimonio immobiliare di Rete ferroviaria italiana riguarda le aree di circa due ettari dove l’amministrazione comunale ha costruito nel passato diversi edifici e parcheggi a disposizione della collettività. Senza però sborsare alcun euro in tutti questi anni, solo una intesa tra enti, al legittimo proprietario.

La zona che rivendica Rfi si trova di fronte al porto commerciale e in quell’area sono stati costruiti vari immobili e strade: la stazione marittima “Nino Pala”, il Museo del Porto, il parcheggio e i giardini della “Piccola”, la via Basso e i capannoni rossi di via Azuni.

«Avevamo già annunciato negli scorsi mesi – ricorda il vice sindaco Marcello Zirulia – che Rfi aveva avviato un’azione giudiziaria contro l’amministrazione comunale: le abbiamo chiesto di attendere la valutazione di tutto il compendio immobiliare da parte dell’Agenzia del territorio, che ci ha risposto il mese scorso con una cifra che per il momento vogliamo tenere riservata».

La prima richiesta del Comune a Rfi per quelle aree è datata 2001, poi la pratica si è arenata improvvisamente e le cose sono andate avanti per le lunghe. L’argomento non è mai approdato all’interno dell’aula consiliare e, considerando il lungo silenzio dei mesi scorsi, è molto probabile che Rfi abbia deciso di risolvere tutta la pratica relativa agli indennizzi economici dentro l’aula giudiziaria. «Noi vorremo arrivare eventualmente a una transazione per non finire alla causa definitiva – aggiunge Zirulia – e sulla base della valutazione data dall’Agenzia del territorio è nostra intenzione chiudere la pratica. La situazione si presenta molto delicata perché sono trascorsi diversi anni dall’acquisizione di quelle aree e dalla successiva costruzione degli immobili, motivi più che validi per cercare di definire tutto prima dell’udienza».

Due anni e mezzo fa l’amministrazione comunale aveva deciso di impegnare 660mila euro dal bilancio per l’acquisizione delle aree di Rfi, una cifra che lo stesso ente ferrovie aveva allora chiesto dopo una loro perizia tecnica. Di tempo ne è trascorso abbastanza per mettere nero su bianco, anche perché in quella zona a metà tra città e porto era stata programmata la creazione del centro intermodale per i passeggeri in transito. Ovvero di poter scambiare in modo ordinato e veloce i mezzi di trasporto, trovando a disposizione linee concessionarie pubbliche e private.

L’amministrazione precedente prevedeva una spesa dai 6 ai 10 milioni di euro per la realizzazione del centro, poi tutte le belle intenzioni sono rimaste solo sulla carta e come resa finale c’è Rfi che batte cassa.

Tra Comune e Rfi esiste da tempo anche un altro contenzioso, però, su cui il Comune dovrebbe fare la voce grossa. Si tratta infatti di una rete da polli sistemata a fianco della stazione marittima e che ostruisce il naturale passaggio dei passeggeri verso la stazione ferroviaria di via Ponte Romano. Sette anni fa l’ufficio tecnico aveva chiesto l’autorizzazione della rimozione della rete a proprie spese per eliminare il degrado esistente all’ingresso della struttura che ospita le compagnie di navigazione.

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