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Sassari

Vigili del fuoco a Bono: «I lavori sono fermi e qui tutto tace»

Vigili del fuoco a Bono: «I lavori sono fermi e qui tutto tace»

BONO. A meno di due settimane dalla prevista apertura del distaccamento dei vigili del fuoco di Bono, programmata per il 6 luglio, ancora non si ha notizia dell’inizio dei lavori di ristrutturazione...

24 giugno 2020
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BONO. A meno di due settimane dalla prevista apertura del distaccamento dei vigili del fuoco di Bono, programmata per il 6 luglio, ancora non si ha notizia dell’inizio dei lavori di ristrutturazione della sede designata dell’ex carcere. Le comunità di Bono e del Goceano aspettano da anni questa apertura, della quale si parla dal 2006 ma che solo in tempi recenti ha avuto risposte chiare dopo l’intervento lo scorso dicembre del ministro Lamorgese. La aspettano anche i vigili del fuoco designati per operare in questa sede, ben 20 vigili effettivi più 8 capisquadra assegnati per decreto del ministro dal comando di Sassari. Dalle comunità giunge ora un appello alla “politica”, con una nota corredata da numerose firme di semplici cittadini ma anche addetti ai lavori, rivolta in modo particolare alle istituzioni locali, in particolare la Comunità Montana i cui sindaci, dicono i sottoscrittori dell’appello, dovrebbero impegnarsi a trovare il bandolo della matassa.

«Con il decreto del 3 dicembre 2019 - è la ricostruzione dei fatti recenti che si legge nell’appello - il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha assegnato per il Comando di Sassari sede di Bono 33 unità e per la scelta della sede il Comune di Bono ha provveduto (con la delibera del 13 maggio 2020) a programmare i lavori di adeguamento e messa in sicurezza dell'ex carcere mandamentale degli anni '80, da adibire a distaccamento dei vigili del Fuoco. In attesa dei lavori di ristrutturazione c'è da capire il domicilio dei 28 vigili per i prossimi 5 mesi: dove andranno? Chi li accoglierà? Il rischio concreto è che possano essere destinati altrove. Questa volta a rispondere dovrebbero essere i sindaci dei nove comuni goceanini. Dovrebbe essere la Comunità montana, ente sovra-comunale fantasma, a trovare il bandolo della matassa, per non dover aggiungere un altro dato al primato delle incompiute, dove gli unici a perdere sembrano essere i cittadini, privati dell’ennesimo servizio». (b.m.)

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