La Nuova Sardegna

Sassari

Stagno di Platamona, l’Andalas getta la spugna

di Salvatore Santoni
Stagno di Platamona, l’Andalas getta la spugna

La cooperativa lascia con sei anni di anticipo: «Questa gestione è antieconomica» Il Comune di Sorso prepara un nuovo bando per riqualificare l’area protetta

28 giugno 2020
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SORSO. La zona speciale di conservazione dello stagno e ginepreto di Platamona torna in capo al Comune di Sorso. La coop Andalas de amistade, che dal 2011 gestiva l’oasi naturalistica tutelata dalla Ue, ha gettato la spugna con sei anni di anticipo: la gestione della struttura in comodato gratuito è antieconomica. La comunicazione di recesso, arrivata sei mesi fa, è emersa soltanto nei giorni scorsi quando la giunta, guidata dal sindaco Fabrizio Demelas, si è riunita per decidere il futuro degli oltre 90 ettari di zona protetta. All’orizzonte c’è un nuovo bando di gestione.

La storia. L’Andalas aveva preso le redini dell’oasi naturalistica nel 2011, garantendo una gestione gratuita basata su un progetto mirato a coniugare il lato sociale con quello imprenditoriale. L’idea era valorizzare il sito utilizzandolo come un cantiere dove recuperare fasce di persone afflitte da una serie di problematiche. Negli anni sono stati attivati decine di percorsi di inserimento lavorativo realizzati in collaborazione con la Regione, il ministero della Giustizia e Fondazione per il sud. Conclusi i progetti di finanziamento, purtroppo la gestione imprenditoriale dello stagno è andata in difficoltà.

L’addio. Formalmente l’addio dell’Andalas è arrivato il 19 dicembre 2019 con una lettera indirizzata al sindaco Fabrizio Demelas, e per conoscenza all’ufficio Politiche ambientali, con la quale ha chiesto la rescissione contrattuale, perfezionata lo scorso 19 giugno. La coop, tramite il legale rappresentante Iside Rita Stevanin, ha spiegato che «sono venute meno le condizioni che permettono la gestione e la manutenzione del sito in quanto non sono più in essere i finanziamenti Ras che consentivano la collocazione al lavoro di persone provenienti dal circuito penale». E ancora: «Le numerose proposte e servizi previsti nella convezione e funzionali a garantire un minimo di circuito economico necessario alla retribuzione del personale adibito alla manutenzione ordinaria, straordinaria e pulizia del sito, non sono mai state realizzate per la mancata concessione». Motivo per il quale «l’impegno economico e le responsabilità legate alla gestione sono divenute economicamente insostenibili e non si è più in grado di garantirne una gestione ottimale».

Il futuro. Il Comune intende procedere alla riqualificazione dell’area tutelata dando «continuità ai servizi manutentivi e gestionali», si legge nella delibera 109/2020, oltre che «alle azioni di recupero ambientale e alla realizzazione delle infrastrutture necessarie al fine di consentire una funzione antropica ed ecocompatibile del sito». Per questo motivo la giunta ha dato mandato agli uffici di attivare le procedure necessarie e preliminari alla realizzazione della riqualificazione nel medio lungo periodo e di procedere a un affidamento anche per la presente stagione. Inoltre, l’esecutivo ha previsto che la convenzione da sottoscrivere con il soggetto che dovrà gestire l’oasi naturalistica dovrà prevedere la manutenzione ordinaria, il conferimento dei rifiuti solidi urbani e organici presso discariche autorizzate, lo sfalcio delle sterpaglie e quant’altro necessario alla tutela, alla cura e alla manutenzione. E ancora, sarà previsto il servizio di educazione ambientale e di visite turistiche guidate.

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