La Nuova Sardegna

Sassari

Non tentò di rapire la nipote: assolto

di Nadia Cossu
Non tentò di rapire la nipote: assolto

La ragazzina: mi ha preso per il braccio, voleva portarmi via La difesa: era preoccupato perché lei era andata via di casa

05 luglio 2020
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SASSARI. Non aveva alcuna intenzione di sequestrare la nipotina, era solo preoccupato per le sue sorti – visto che si era allontanata da casa e i genitori non sapevano dove si trovasse – e per questo motivo, quando l’aveva vista all’ingresso della scuola media di Sorso insieme a una compagna, si era avvicinato a lei e le aveva chiesto di seguirlo.

Ma la versione della ragazzina era stata diversa: «Mio zio mi ha preso per il braccio e ha cercato di portarmi via» aveva raccontato in lacrime al bidello, a un’insegnante e alla responsabile della comunità protetta che la stava ospitando in quel periodo. Era stata proprio quest’ultima ad andare in caserma e a denunciare l’accaduto ai carabinieri.

Per quel fatto l’uomo era finito a processo con l’accusa di tentato sequestro di persona e tentata sottrazione di minore. Alcuni giorni fa il giudice Valentina Nuvoli ha assolto l’imputato (difeso dall’avvocato Lidia Marongiu) dal tentato rapimento, mentre per quanto riguarda la sottrazione di minore ha dichiarato di non doversi procedere «perché l’azione penale non poteva essere iniziata per difetto di querela». I genitori della ragazzina, infatti, non avevano denunciato lo zio.

Durante il processo era stata sentita la responsabile della comunità protetta di Sorso dove la minore era stata inserita dai Servizi sociali di Porto Torres. A precisa domanda del pubblico ministero la teste aveva spiegato che la ragazza si era allontanata da sola dalla famiglia e poi aveva denunciato i genitori per maltrattamenti». A quel punto era stata affidata ai Servizi sociali che a loro volta avevano predisposto l’inserimento nella comunità protetta. Il giorno del presunto tentativo di rapimento «sono stata contattata dalla bidelleria e dalla vicepreside della scuola media – ha raccontato la responsabile in aula – Mi dissero che la ragazzina era in lacrime perché sosteneva di esser stata raggiunta da una persona che la voleva portare via». Persona che la minore avrebbe poi riferito essere suo zio, fratello del padre. Che non sarebbe però riuscito nell’intento «grazie all’intervento dell’altra ragazzina – così mi fu raccontato – che l’aveva tirata verso sè portandola a scuola».

L’avvocato Marongiu ha spiegato che l’intento del suo assistito era solo quello di assicurarsi che la nipote stesse bene e che non aveva alcuna intenzione di portarla via con la forza. Tesi accolta dal giudice Nuvoli che lo ha assolto “perché il fatto non sussiste”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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