La Nuova Sardegna

Sassari

Carpinelli: si vota a fine novembre

di Giovanni Bua
Carpinelli: si vota a fine novembre

Il rettore fissa il primo turno il 23 e l’eventuale ballottaggio il 27. Tra i candidati esplode la polemica

11 luglio 2020
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SASSARI. Habemus data. Seguita da una prevedibile coda di polemiche. Che conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che la campagna rettorale è già entrata nel vivo. E che nei corridoi dell’Ateneo saranno mesi di fuoco. Almeno fino al 23 novembre, giorno in cui il rettore uscente Massimo Carpinelli ha deciso di fissare il primo voto per determinare il suo successore. Procedura che, nel probabile caso che nessuno dei candidati (per ora sono sei in lizza) ottenga la maggioranza assoluta, sarà ripetuto il 25. Se non ci sarà ancora un vincitore si andrà al ballottaggio tra i due più votati, il 27 novembre. E, in caso di parità, si andrà avanti ogni tre giorni fino alla nomina del prossimo rettore.

Date comunicate, ieri mattina, a consiglio di amministrazione e Senato accademico. E poi ufficializzate, in serata, con un decreto rettorale. «Ho deciso di arrivare a novembre – spiega Massimo Carpinelli – perché la carica di rettore è troppo importante per comprimere gli spazi necessari per presentare le candidature. Che possono essere depositate fino a 30 giorni prima del voto, ed essere anche esterne all’Ateneo. Parte del personale è ancora in smart working, usciamo da mesi di “blocco”, serve una campagna in presenza. Per scegliere una personalità di alto profilo che prenda la guida dell’università per i prossimi sei anni. Questo non cambia la scadenza del mio mandato. Il 31 ottobre mi dimetterò e l’Ateneo sarà retto dal Decano, il professore con la maggiore anzianità in ruolo (dovrebbe essere l’ex preside di Veterinaria Salvatore Naitana ndr). Vado via lasciando un’università in salute, con grandi sfide di fronte a sé».

Un colpo a sorpresa, arrivato dopo un lungo braccio di ferro legato proprio alla proclamazione delle elezioni, che non lascia certo indifferenti i candidati alla successione, che da qualche settimana stanno raccontando sulle pagine della Nuova Sardegna i loro programmi. «È una scelta grave – tuona Gavino Mariotti –, ingiustificata, pericolosa. Stiamo aspettando la convocazione delle elezioni dal 30 aprile, e adesso salta fuori che serve altro tempo per una campagna elettorale che gli “amici” del rettore portano avanti da mesi. Io vedo che tutti gli Atenei in scadenza voteranno a settembre, massimo a ottobre. Noi evidentemente siamo diversi, e mi piacerebbe conoscere il vero motivo». «Io piuttosto che posticiparlo il voto lo avrei anticipato – spiega Plino Innocenzi –. Gli studenti devono essere sempre al primo posto. E meritano un Ateneo in piena attività, che studi come facilitarne l’accesso, come gestire la didattica, come vivere l’emergenza. E invece rischiamo di farci trovare in piena campagna rettorale con una seconda ondata di Covid in arrivo, con i dipartimenti in scadenza, senza guida in mezzo alla tempesta. Non posso che essere interdetto, e offeso dalla portata del rettore sulle candidature esterne: pensa che quelle interne non bastino?». «Avrei preferito i primi di ottobre, avrebbe consentito un normale passaggio di consegne – sottolinea Gian Paolo Demuro –. Mentre l’allungamento dei tempi mi preoccupa».

«E’ senz’altro positivo che il Parlamento, modificando l’originale decreto che bloccava le procedure elettorali, abbia messo il nostro Rettore nelle condizioni di stabilire il calendario delle votazioni, risolvendo così l’incertezza – replica Luca Deidda– . Le date fissate ci consegnano 4 mesi da impiegare per continuare a confrontarci sulle nostre idee per l’ateneo del futuro. L’auspicio è che tutti si impegnino per dar corpo ad un intenso dibattito democratico. Credo che questo sia ciò che conta, perché l’elezione del rettore è un momento di fondamentale importanza non solo per Uniss ma per la città e per l’Isola». «Visto che finora non si è avuto modo di fare una campagna elettorale – dice Roberto Furesi – incontrando le persone e confrontandosi con loro per via delle misure anti Covid, credo che un po’ più di tempo sia una garanzia per il corpo elettorale, che avrà modo di conoscere e discutere con i candidati e sui loro programmi».



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