La Nuova Sardegna

Sassari

Il sindaco scrive al ministro: «Dateci fondi per il mosaico»

Il sindaco scrive al ministro: «Dateci fondi per il mosaico»

PORTO TORRES. Durante i lavori di scavo per la posa della rete del gas e della fibra ottica sono venuti alla luce splendidi tesori risalenti all’età romana. Tra questi un nuovo mosaico risalente all'e...

15 luglio 2020
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PORTO TORRES. Durante i lavori di scavo per la posa della rete del gas e della fibra ottica sono venuti alla luce splendidi tesori risalenti all’età romana. Tra questi un nuovo mosaico risalente all'età romana nella parte bassa di via Ponte Romano. Una scoperta importante che ha indotto il sindaco Sean Wheeler ad inviare una lettera al ministro per i Beni culturali Dario Franceschini e all'assessore al Turismo Gianni Chessa, con l’obiettivo di trovare fondi per proseguire gli scavi di ricerca e valorizzare l’antico mosaico.

«Nei giorni scorsi la città che ho l’onore di amministrare ha regalato un nuovo tesoro al patrimonio culturale del nostro Paese – ha scritto il sindaco – e il tratto sottoposto ai lavori di scavo contempla però solo una piccola parte della struttura che meriterebbe di essere valorizzata integralmente: il Comune non dispone purtroppo dei fondi necessari per proseguire con l’attività archeologica, ma non vogliamo perdere l’occasione di mostrare alla popolazione anche questa nuova e grande bellezza».

Il primo cittadino ricorda anche di avere sensibilizzato alcune aziende del territorio chiedendo loro di sostenere economicamente l’intervento. «Ma servono ulteriori fondi – aggiunge nella lettera Wheeler – e la comunità turritana è favorevole al fatto che questa straordinaria opera d’arte tornata alla luce dopo duemila anni venga resa visibile e che non sia più nascosta e ricoperta dall’asfalto: chiedo un intervento del ministero e della Regione con l’obiettivo di dare il via a una nuova campagna di scavi, dunque, perché siamo convinti di rilanciare l’economia attraverso questo straordinario patrimonio culturale che per troppi decenni è rimasto oscurato dall’industria e dalla crisi occupazionale. È una possibilità di riscatto che non vogliamo perdere e progetti di questo tipo ci consentirebbero di far puntare i riflettori sulla cultura come fattore di sviluppo del territorio». (g.m.)

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