La Nuova Sardegna

Sassari

Cade un grosso ramo e colpisce un ragazzo

di Luigi Soriga
Cade un grosso ramo e colpisce un ragazzo

Tragedia sfiorata in via Sorso: il giovane era sul lato opposto rispetto all’albero Si tratta di Robinia pseudo acacia: «Non vengono mai potate, sono pericolose»

17 luglio 2020
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SASSARI. Nella sfortuna, visto che un ramo che ti cade sulla testa in altro modo non si può chiamare, è andata anche bene. Perché a colpirlo è stata proprio la parte terminale, quella con i germogli più sottili. Infatti un ragazzo di 27 anni, sassarese, passeggiava sul marciapiede opposto rispetto al fusto. Ha sentito un rumore sordo, ha fatto appena in tempo a sollevare lo sguardo, per ritrovarsi ricoperto da una cascata di foglie e di rami. E con un braccio e una spalla dolorante per la botta ricevuta. In quel preciso momento, alle 19,40 in via Sorso, proprio a dieci metri dalla rotatoria del mercato civico, si è scatenato il caos. Decine di persone si sono precipitate per liberare il ragazzo, le auto si sono fermate, i vigili del fuoco, la polizia, i carabinieri e i vigili urbani sono arrivati nell’arco di qualche minuto. Naturalmente anche l’ambulanza del 118, che ha medicato le escoriazioni alla spalla, ha caricato il giovane e lo ha accompagnato al pronto soccorso in codice verde.

Quegli alberi, in via Sorso, come in altre parti della città, sono lì da un secolo. E ogni tanto piovono giù. Il bello è che ogni mattina i residenti ci passano sotto, si godono l’ombra, li considerano una presenza familiare, ci sono affezionati, sono cresciuti e invecchiati insieme, ma nessuno ha la più pallida idea di che specie sia. «Ma si può sapere che alberi sono?». Risposta non pervenuta. «Boh... in sassarese li chiamano, li chiamano... boh, abà mancu m’innammentu». Parte il passaparola, e arrivano i nomi più improbabili. «Oh, tutti agronomi da queste parti», dice un altro. Qualcuno li confonde con i bagolari, altri con le felci.

E invece si tratta precisamente di una Robinia pseudo acacia, nota anche come “falsa acacia” o “gaggia” (nome che a Sassari calza a pennello). Può crescere sino 25 metri e proviene dai boschi del Nord Europa. Appartiene alla famiglia delle Leguminose e viene utilizzata nelle città per il consolidamento di scarpate e pendici franose. Ma queste cose, naturalmente, le sa bene solo il signor Wikipedia. I residenti di via Sorso sanno invece che quegli alberi sono lì da una vita, non li pota mai nessuno e ogni tanto qualcuno fa cascare un ramo come una mannaia. «Lo vede quello laggiù, il primo della fila? Quello è caduto due anni fa». E un altro: «Sono grandi e grossi ma dentro sono tutti marci». Il ramo, in effetti, ha un diametro enorme e pesa svariati quintali. Per fortuna ha solo sfiorato alcune auto parcheggiate sotto, e la parte iniziale è rimasta attaccata al fusto. La Fiat Multipla appisolata all’ombra della Robinia gaggia, ha rischiato di far la fine di una lattina accartocciata. Anche le motoseghe dei vigili del fuoco hanno faticato ad affettare l’enorme tronco. Solo dopo un’ora di lavoro, via Sorso era finalmente libera: «Dato che ci siete, tagliate pure gli altri – dice un residente – che questi, ad uno ad uno, ci cadono in testa».

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