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Sassari

Fotovoltaico, esclusa la truffa allo Stato: assolti a Parma Stefano Poddighe e soci

Fotovoltaico, esclusa la truffa allo Stato: assolti a Parma Stefano Poddighe e soci

Gli impianti fotovoltaici di Bonnanaro, Cheremule e Oristano non vennero costruiti per incassare illecitamente incentivi pubblici

21 luglio 2020
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SASSARI. Nessuna truffa ai danni dello Stato, gli impianti fotovoltaici di Bonnanaro, Cheremule e Oristano non vennero costruiti per incassare illecitamente incentivi pubblici.

Lo ha stabilito ieri mattina il tribunale di Parma che ha assolto “perché il fatto non sussiste” l’ex presidente dell’associazione degli industriali di Sassari, Stefano Romeo Poddighe, il presidente del cda di TerniEnergia, Stefano Neri, e l’amministratore delle società proprietarie degli impianti, Paolo Allegretti.

È stato lo stesso pubblico ministero a chiedere l’assoluzione per tutti gli imputati, in linea con le conclusioni delle difese, l’avvocato Maria Claudia Pinna del foro di Sassari per Stefano Poddighe e l’avvocato Antonia Rita Augimeri del foro di Milano, per Neri e Allegretti.

L’indagine da cui era scaturito il processo era stata condotta dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Sassari, con il coordinamento del sostituto procuratore Giuseppe Amara.

Durante un blitz a novembre del 2017 le fiamme gialle avevano eseguito un sequestro preventivo di 7,5 milioni di euro nei confronti di tre società agricole – l’Agricola Fotosolara Cheremule Srl (detenuta al 100% da TerniEnergia), l’Agricola Bonnanaro Srl e l’Agricola Fotosolara Oristano Srl (detenute al 50% in joint venture da TerniEnergia) – riconducibili a Poddighe, Neri e Allegretti. Per gli inquirenti, almeno in fase di indagine, le stesse società erano state costituite per incassare i contributi del gestore dei servizi energetici in quanto “serre fotovoltaiche”, disinteressandosi però dell’attività agricola.

Durante il processo è stato dimostrato che non era così. Tra i beni sequestrati tre anni fa a Poddighe, candidato nel 2005 alla presidenza della provincia di Sassari con il centrodestra, anche il palazzo di via Zanfarino che per anni ha ospitato la sede provinciale dell’Inps, oltre a numerosi appartamenti di prestigio.

I sigilli ai beni di Poddighe erano stati tolti dopo diversi mesi dal tribunale di Parma, dopo diverse istanze avanzate dall’avvocato Maria Claudia Pinna. L’inchiesta sul fotovoltaico era partita dalla Procura di Sassari nel 2015, ma la competenza era stata poi trasferita a quella di Parma perché l’ultima tranche di un finanziamento pubblico incassato dalla “Società Agricola Fotosolara” era stata intercettata dagli investigatori del nucleo di polizia tributaria sassarese su un conto corrente bancario aperto in Emilia Romagna da uno degli indagati. Secondo i riscontri raccolti dagli inquirenti, guidati dal tenente colonnello Marco Sebastiani, all’epoca alla guida del nucleo di polizia tributaria della Finanza, l’ipotesi di reato contestata alle tre società sarde controllate da TerniEnergia era quella di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Il teorema accusatorio costruito dagli inquirenti è stato completamente respinto dal tribunale di Parma che ha accolto tutte le argomentazioni avanzate in fase istruttoria e dibattimentale da TerniEnergia ed evidenziando la piena regolarità della condotta della società e dei suoi amministratori nella gestione delle tre serre fotovoltaiche. In sede amministrativa la società aveva ottenuto lo scorso anno l’annullamento dei provvedimenti di revoca delle autorizzazioni relative a due impianti fotovoltaici su serra, di proprietà rispettivamente di Società Agricola Fotosolara Bonnanaro Srl e di Società Agricola Fotosolara Oristano Srl e il ripristino di tutti gli incentivi che erano stati bloccati dall’indagine della Guardia di finanza di Sassari. (l.f.)

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