La Nuova Sardegna

Sassari

Bloccare subito l’invasione dei mezzi ad alto rischio

di Gianni Bazzoni
Bloccare subito l’invasione dei mezzi ad alto rischio

Boeddu (Filt-Cgil): «Non è spostando il problema che si trovano le soluzioni» I camion con prodotti infiammabili dentro la città accanto a case e scuole  

24 luglio 2020
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SASSARI. Il problema non si risolve spostandolo ma valutando le criticità e le possibili soluzioni, anche a costo di cambiare vecchie abitudini. Una azione che va fatta creando le condizioni affinchè quella tanto decantata sicurezza venga garantita allo stesso modo se si viaggia sulla 131 (e quindi entrando nelle gallerie) o transitando in città, percorrendo tornanti da brivido (come quelli di Scala di Giocca) e passando con i camion carichi di merci pericolose accanto alle case, alle scuole e ai luoghi dove sono attivi servizi pubblici.

Non si placano le polemiche per la decisione dell’Anas che - in ottemperanza a disposizioni nazionali - ha emesso l’ordinanza che oltre ai tunnel di “Chighizzu” in territorio di Sassari vieta il passaggio in altri quattro punti tra Siniscola e San Teodoro. C’è chi ha già fatto le prove per dare una dimostrazione reale di quello che potrà succedere una volta scollinata l’estate, quando le attività (si spera) potranno riprendere a pieno ritmo e verranno riaperte le scuole. Sassari rischia di precipitare in un girone infernale senza possibilità di gestione se nel frattempo non verranno studiate e rese applicabili soluzioni alternative.

Il sindacato si è mosso, ha evidenziato pericoli e rischi e poi ha chiesto la mediazione autorevole della prefetta di Sassari Maria Luisa D’Alessandro. Cosa che ha già fatto anche Confindustria.

«Si sta valutando un problema che ha una portata devastante – ha spiegato Arnaldo Boeddu, segretario generale della Filt-Cgil, tra i primi a segnalare quanto stava accadendo senza che nel frattempo ci fosse stata neppure una comunicazione preliminare. –. Si è passati in un attimo dai cartelli misteriosi “coperti” alla fase attuativa: la cosa non si risolve facendo entrare in città centinaia di veicoli pesanti che trasportano prodotti infiammabili ed esplosivi a ridosso di palazzi e di scuole come si sta facendo in via Milano e in via Rockefeller. Chi si assume la responsabilità se dovesse accadere qualcosa?».

L’Anas ha dato una spiegazione tecnica, ha detto che la Commissione permanente ha imposto limiti e divieti in attesa degli interventi per mettere in sicurezza le strutture. E per la galleria “Chighizzu” il progetto è da 15 milioni di euro, i lavori non partiranno prima del 2021 (se tutto andrà per il meglio) e si concluderanno solo dopo due anni. Tre anni da incubo quindi per Sassari che sarà in ostaggio, una città prigioniera del traffico pesante che inevitabilmente determinerà ripercussioni a catena sulla viabilità generale e su tutti i servizi.

É chiaro che non basta dire che a livello nazionale hanno dettato le direttive e bisogna eseguire altrimenti sono guai. Perchè il sindaco di Sassari potrebbe dire altrettanto dall’altra parte: come si fa a scaricare sulle strade urbane tutto il traffico pesante riferito al trasporto di merci pericolose? É normale?

Esistono le vie di mezzo. Le imprese non vanno lasciate sole in questa fase così delicata. Serve un piano - di quelli veri - basato sul distanziamento di sicurezza, sulla disponibilità delle scorte tecniche, con agevolazioni e sgravi che consentano di adottare le misure necessarie senza farle pesare sul costo dei prodotti che arrivano al consumatore. Perchè la situazione è di quelle che vanno classificate nella lista delle emergenze, e quindi come tali affrontate con interventi straordinari.

Fare finta di niente oggi, o assumere un atteggiamento attendista, potrebbe voler dire dover fare i conti domani con situazioni talmente gravi da non essere più gestibili.

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