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Sassari

Sassari, assolto per il furto di gasolio ma nel mentre lo licenziano

Sassari, assolto per il furto di gasolio ma nel mentre lo licenziano

L'uomo era dipendente della Irgesa Scarl con sede legale a Parma e uno stabilimento a Scala Erre

27 luglio 2020
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SASSARI. A dicembre di due anni fa, in un momento di difficoltà, aveva pensato di fare il pieno della sua auto riempiendo – senza pagare – una tanica di gasolio dal deposito dell’azienda in cui lavorava, la Irgesa Scarl con sede legale a Parma e uno stabilimento a Scala Erre.

Il blitz notturno di un operaio sassarese di 65 anni era però finito nel peggiore dei modi. L’uomo era stato sorpreso e seguito dai carabinieri mentre entrava furtivamente nel capannone dell’azienda della quale era dipendente. I militari si erano appostati e avevano atteso le mosse dell’uomo. Quando pochi minuti dopo il 65enne era uscito con in mano la tanica piena di gasolio e un tubo di caucciù e aveva iniziato a travasare il carburante nel serbatoio della proprie vettura erano arrivati i carabinieri.

L’uomo aveva provato a giustificarsi, ma le sue motivazioni non erano bastate a evitargli una denuncia penale. Il provvedimento era andato avanti e la procura della Repubblica aveva chiesto il rinvio a giudizio per furto aggravato. Ma i guai erano arrivati anche sul fronte aziendale.

Avvisata dell’accaduto la Irgesa Scarl aveva deciso di interrompere il rapporto di lavoro con il 65enne.

Una settimana dopo la denuncia l’uomo aveva ricevuto una raccomandata da parte dell’azienda con la comunicazione del licenziamento per giusta causa. «Ci riserviamo – avevano scritto dall’amministrazione dell’azienda – di chiederle il ristoro dei danni arrecati». Rimasto senza lavoro l’uomo, difeso dall’avvocato Lidia Marongiu, è poi finito in tribunale.

I giorni scorsi, tenuto conto della mancanza di precedenti penali e della «speciale tenuità del fatto» il giudice Mauro Pusceddu ha accolto la richiesta del difensore del 65enne e lo ha assolto con questa motivazione: «Dichiara non doversi procedere in quanto il fatto contestato appare non punibile». (l.f.)

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