La Nuova Sardegna

Sassari

Campo rom, 331mila euro per eseguire le bonifiche

di Gavino Masia
Campo rom, 331mila euro per eseguire le bonifiche

Intervento urgente, la somma stanziata dall’amministrazione comunale Grave problema ambientale e sociale: 20 persone attendono una sistemazione

01 settembre 2020
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PORTO TORRES. Il Comune di Porto Torres spenderà 331mila euro per la bonifica dei rifiuti pericolosi e non che si trovano all’interno del campo rom di Ponte Pizzinnu. La somma è stata infatti inserita all’interno dell’avanzo libero di amministrazione, illustrato la scorsa settimana dal dirigente del settore Ambiente Franco Satta durante l’audizione della commissione Bilancio.

La decisione di inserire quella cifra arriva dopo il sopralluogo effettuato dall’istruttore tecnico del servizio Ambiente con il supporto del personale del comando di polizia locale – richiesto dallo stesso dirigente – per verificare la situazione di degrado ambientale segnalata più volte dalla Nuova e procedere così alla quantificazione dei costi per il ripristino ambientale. Una relazione tecnica dettagliata su quella che è ormai una grande discarica a cielo aperto. Tanto che la proposta prioritaria dell’istruttore tecnico è quella di «procedere allo sgombero dei residenti delle abitazioni presenti all’interno del campo, in quanto l’elevata quantità e tipologia di rifiuti costituisce pericolo per la salute degli stessi». All’interno dell’area vivono attualmente 20 persone tra adulti e bambini di etnia rom, che attendono da mesi di poter trovare una sistemazione adeguata in una abitazione attraverso i voucher finanziati dalla Regione a favore dell’amministrazione comunale. Questo perché dentro il campo sosta c’è una quantità notevole di rifiuti urbani indifferenziati, contenuti in sacchi e stoccati al suolo. Ossia vecchi elettrodomestici, legname, carcasse e parti di vecchie vetture, lastre in fibrocemento contenenti amianto. La relazione rileva inoltre all’esterno del campo nomadi, nelle aree immediatamente adiacenti di proprietà della società Imalta, «una discarica non autorizzata con presenza di rifiuti speciali pericolosi e non in notevole quantità e di diversa tipologia». Sono identificabili materassi, sacchi, pannelli di materiali per isolamento, boiler arrugginiti, frigoriferi e televisori, materiali ferrosi e lastra d’amianto. Un campionario vario di rifiuti che chiunque transiti nella strada per recarsi verso il nuovo cimitero comunale e il Poliambulatorio Andriolu, può notare suo malgrado. Ci sono poi le numerose segnalazioni dei residenti che abitano nelle campagne circostanti al campo e di quelli che percorrono giornalmente la strada vicinale Funtana Cherchi per andare verso il centro città o ritornare a casa. Appelli caduti nel vuoto sino al sopralluogo del mese di agosto, deciso dal dirigente Satta per mettere fine ad una vicenda che si era protratta per tanto, troppo tempo. La relazione impone ora una delimitazione delle aree interessate con una recinzione idonea, per impedire l’accesso alle stesse ed evitare nuovi fenomeni di abbandono di rifiuti. Successivamente la selezione e cernita dei rifiuti, in base alla loro pericolosità e la rimozione. Infine la caratterizzazione del suolo, al fine di accertare il possibile inquinamento del terreno.

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