la protesta di un disoccupato
«Lavoro non reddito di cittadinanza»
Gerolamo Masia: la politica si mobiliti per favorire l’occupazione
03 settembre 2020
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PORTO TORRES. «Non ce la faccio ad andare a chiedere il reddito di cittadinanza, per me è una sconfitta. Voglio un semplice lavoro!»
È il grido di dolore di Gerolamo Masia, 57 anni, sposato con due figli, oggi disoccupato. Il suo è un caso emblematico, uno dei tanti di Porto Torres, un tempo Eldorado del lavoro che oggi assiste impotente all’esodo di giovani e meno giovani alla ricerca di un impiego. «Ho lavorato fuori per diversi anni, poi sono rientrato a Porto Torres. L’ultimo contratto è stato con la Riva e Mariani a Sarroch – spiega Gerolamo Masia – ,dopo è scoppiato il Covid e dal 30 aAprile, quando è scaduto il contratto che non mi è stato rinnovato, sono disoccupato». Gerolamo, ha cominciato a correre dietro a una mobilità mai arrivata: «Non mi spettava più, ma nessuno rispondeva alle mie chiamate».
«Continuo a cercare, mi piace lavorare, ma è sempre più dura – lamenta Gerolamo –. Il reddito di cittadinanza è una sconfitta: ho sempre lavorato nella vita e mi adatto a tutto». La perdita dell’occupazione ha lasciato cicatrici nell’animo. “Sono stanco: la notte non riesco a dormire – rivela malinconicamente Gerolamo –. Mio figlio deve continuare a studiare, mia figlia grazie ai sacrifici miei e di mia moglie si è laureata». Poi il messaggio: «Io chiedo alla politica in generale di farsi carico delle situazioni di coloro che hanno perso il lavoro e che dopo essere stati costretti a lasciare la città oggi si trovano disoccupati e in gravi difficoltà. Serve lavoro e non assistenza».
Emanuele Fancellu
È il grido di dolore di Gerolamo Masia, 57 anni, sposato con due figli, oggi disoccupato. Il suo è un caso emblematico, uno dei tanti di Porto Torres, un tempo Eldorado del lavoro che oggi assiste impotente all’esodo di giovani e meno giovani alla ricerca di un impiego. «Ho lavorato fuori per diversi anni, poi sono rientrato a Porto Torres. L’ultimo contratto è stato con la Riva e Mariani a Sarroch – spiega Gerolamo Masia – ,dopo è scoppiato il Covid e dal 30 aAprile, quando è scaduto il contratto che non mi è stato rinnovato, sono disoccupato». Gerolamo, ha cominciato a correre dietro a una mobilità mai arrivata: «Non mi spettava più, ma nessuno rispondeva alle mie chiamate».
«Continuo a cercare, mi piace lavorare, ma è sempre più dura – lamenta Gerolamo –. Il reddito di cittadinanza è una sconfitta: ho sempre lavorato nella vita e mi adatto a tutto». La perdita dell’occupazione ha lasciato cicatrici nell’animo. “Sono stanco: la notte non riesco a dormire – rivela malinconicamente Gerolamo –. Mio figlio deve continuare a studiare, mia figlia grazie ai sacrifici miei e di mia moglie si è laureata». Poi il messaggio: «Io chiedo alla politica in generale di farsi carico delle situazioni di coloro che hanno perso il lavoro e che dopo essere stati costretti a lasciare la città oggi si trovano disoccupati e in gravi difficoltà. Serve lavoro e non assistenza».
Emanuele Fancellu