La Nuova Sardegna

Sassari

Un mazzo di fiori per Sara le lacrime delle amiche

di Gavino Masia
Un mazzo di fiori per Sara le lacrime delle amiche

Ieri il consulto del magistrato con il medico legale: resta l’ipotesi del malore Forse oggi l’autopsia. La 32enne annegata a Balai era una brava nuotatrice

03 settembre 2020
2 MINUTI DI LETTURA





PORTO TORRES. Un mazzo di fiori poggiato sulla roccia dello Scoglio Ricco, ieri mattina, nel punto dove Sara Rassu si è immersa per fare il bagno senza riuscire più a tornare. Un segnale semplice lasciato da qualcuno che conosceva la 32enne annegata martedì in quel tratto di mare.

Il magistrato che si occupa della vicenda, Paolo Piras, sta valutando la situazione dopo la consultazione con il medico legale. Sul corpo di Sara Rassu - che era una buona nuotatrice - non c’erano segni di violenza e per questo si propende per possibile malore durante la traversata a nuoto. Un confronto con il medico di famiglia dovrebbe avvenire nella giornata di oggi per valutare l’eventuale presenza di patologie. Solo dopo il sostituto procuratore deciderà se procedere con l’autopsia.

La scomparsa di Sara Rassu ha destato grande commozione a Porto Torres. I familiari e le amiche piangono “una ragazza dolce, speciale e con una grande sensibilità”. Lacrime e un dolore immenso, poca voglia di parlare. L’incredulità è ancora tanta e quella morte improvvisa ha lasciato un vuoto grande. Chi la conosceva sin da bambina non si da pace.

Sara Rassu da giovanissima amava lo sport, in particolare la pallavolo, e pur essendo la più piccola del suo gruppo aveva militato nel campionato di Prima divisione con la Quadrifoglio volley. «Era dolcissima e all’inizio si mostrava un po’ timida – ricorda la sua allenatrice di allora, Adriana Dedola -, poi si “scioglieva” e faceva amicizia con tutte le compagne di squadra. Tutte quelle ragazzine ora sono donne – aggiunge – e sono molto scosse per quello che è accaduto: abbiamo deciso di prendere un pallone da volley e farlo firmare da tutte le atlete che hanno giocato insieme quell’anno, come gesto per ricordare una persona meravigliosa». Il ricordo di Sara viaggia sulle pagine social, con centinaia di condoglianze e il ricordo speciale della zia. Sara era una delle tante speranze di una città, una di quelle giovani costrette a emigrare per trovare un lavoro stabile. Lei lo aveva trovato a Treviso in un bar-ristorante, poi era dovuta rientrare suo malgrado a Porto Torres perché le attività commerciali del Veneto avevano chiuso per coronavirus, rispettando i decreti governativi e le ordinanze regionali. In questi mesi viveva con la sua famiglia e vedeva regolarmente l’amica più cara, quella con cui era cresciuta. Martedì la decisione di andare al mare, da sola, in un luogo caratteristico, scelto da chi vuole evitare la confusione della spiaggia. É lì purtroppo si è consumata la tragedia.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il nuovo decreto

«La mannaia sul Superbonus devasterà tantissime vite»

di Luigi Soriga
Le nostre iniziative