La Nuova Sardegna

Sassari

Ladri nel centro sportivo Fabio Chessa: «Vergogna»

di Gavino Masia
Ladri nel centro sportivo Fabio Chessa: «Vergogna»

La denuncia dell’ex capitano della Torres: hanno portato via le divise dei bambini Ennesimo assalto agli impianti sportivi che già si trovano in condizioni di degrado 

04 settembre 2020
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PORTO TORRES. Il patrimonio sportivo cittadino è preso continuamente di mira dai vandali e dai ladri che entrano indisturbati nelle strutture durante i fine settimana e nelle ore notturne. Dopo aver bruciato il vecchio materassino dello stadio comunale di viale delle Vigne – con il rischio che le fiamme raggiungessero gli scaldabagni degli spogliatoi – i vandali-ladri si sono ripetuti ieri notte rompendo la porta di alluminio di un container del campo numero 2 dove era custodita tutta l’attrezzatura della società giovanile di calcio Turris 2010. Dopo aver divelto la porta, infatti, hanno rubato palloni, casacche, magliette e materiale per gli allenamenti. Una attività che dovrebbe riprendere lunedì pomeriggio con i ragazzi della scuola calcio e delle altre categorie. Il condizionale è però d’obbligo in questo caso, perché la società deve ricomprare tutta l’attrezzatura che utilizzava per gli oltre sessanta giovani curati calcisticamente dall’ex capitano della Torres Fabio Chessa.

«Gesti come questo ti fanno passare la voglia di insegnare questa disciplina sportiva – dice Chessa – e soprattutto fanno venire meno quella passione che coinvolge tutti i componenti di questa società dilettantistica creata dieci anni fa. Rubare poi gli indumenti che dovevano indossare i bambini – aggiunge –, è cosa davvero meschina e incomprensibile».

I ladri sarebbero entrati dal cancello della polisportiva Quartieri Riuniti per dirigersi verso il campo numero 2 e, forse mossi dalla fretta non hanno tentato di entrare nella sede dei Quartieri per portare via altra attrezzatura. I carabinieri della compagnia hanno fatto un sopralluogo sul luogo del furto e hanno sentito le testimonianze della società Turris in merito alla dinamica del furto. Per l’ex mediano rossoblù c’è comunque tanta amarezza per questo episodio notturno, ma la sua indole indomita di guerriero sportivo (così quando giocava con i colori torresini) lo porta a pensare alla ripresa dell’attività. Prima deve però fare i conti anche con i muri fatiscenti degli spogliatoi dello stesso campo, assolutamente non idonei per farci entrare dei bambini. «Bisogna ristrutturare la parte del muro di ingresso dei locali adibiti a spogliatoio – ricorda Fabio Chessa –, rimettere a posto adeguatamente i servizi igienici e tinteggiare tutti i muri. Ci dovremo occupare noi di questo lavoro, e questo significa un ulteriore esborso economico da parte dei dirigenti che portano avanti con sacrificio e passione questa società». Ieri mattina nel campo numero 2 sono comparsi gli operatori della società in house Multiservizi - i primi che alle 7 si sono accorti della porta del container divelta - che hanno provveduto allo sfalcio di tutta l’erba che era cresciuta rigogliosa intorno e in mezzo al terreno di gioco.

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