La Nuova Sardegna

Sassari

Fuga di Johnny lo Zingaro: Bonafede dispone l'indagine

La cattura di Johnny lo zingaro nel 2017
La cattura di Johnny lo zingaro nel 2017

Il Guardasigilli vuol verificare l'iter del tribunale di sorveglianza di Sassari. Caccia infruttuosa dell'ergastolano scomparso da 48 ore

07 settembre 2020
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SASSARI. Il Guardasigilli, Alfonso Bonafede, ha delegato l'ispettorato generale del ministero della Giustizia a svolgere accertamenti preliminari sull'evasione del detenuto Giuseppe Mastini. L'intento è verificare la correttezza dell'iter seguito dal Tribunale di sorveglianza di Sassari nella concessione del permesso premio nei confronti del detenuto.

Dalla fuga di Mastini, 60 anni, sono trascorse 48 ore. L'ergastolano conosciuto come « Johnny lo Zingaro», è evaso dal carcere di massima sicurezza di Bancali, a Sassari, ma di lui non c'è alcuna traccia. Alla sua ricerca sono impegnate tutte le forze dell'ordine già da sabato scorso, quando è stata diramata la nota del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria che segnalava il suo mancato rientro, fissato per le 12.20 di quello stesso giorno, da un permesso premio alla casa famiglia «Don Giovanni Muntoni» gestita dai salesiani a San Giorgio, una borgata di Sassari.

Oltre alla questura e alle stazioni dei carabinieri di Sassari, Porto Torres, Alghero e Olbia, dove si trovano i principali porti e aeroporti del Nord Sardegna, è stata allertata anche la polizia di frontiera degli scali di Alghero, Olbia e Cagliari, nonché quella dei porti di Palau, Olbia e Cagliari. Lo «zingaro», il cui soprannome è legato alle sue origini sinti, era rinchiuso da luglio del 2017 nel carcere sassarese, dopo la precedente evasione avvenuta il 30 giugno di quell'anno dal penitenziario di Fasano, in provincia di Cuneo.

Anche in quella circostanza era uscito, godendo del regime di semilibertà, e non aveva fatto più rientro. Mastini ha alle spalle una lunga scia di sangue dalla fine degli anni Settanta. Il suo primo omicidio risale a quando aveva solo undici anni. Era stato coinvolto anche nell'inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini. Negli anni Ottanta aveva seminato il terrore a Roma. La sua prima evasione risale al 1987 quando, approfittando di una licenza premio, non rientrò in carcere e si rese protagonista di numerosi fatti criminali: furti, rapine, ma anche il sequestro di una ragazza, Silvia Leonardi, l'omicidio della guardia giurata Michele Giraldi e il ferimento di un brigadiere dei carabinieri, Bruno Nolfi. Fu catturato due anni dopo. È considerato socialmente pericoloso.

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