La Nuova Sardegna

Sassari

Onde gravitazionali, la Sardegna designata per ospitare “ET”

di Gianni Bazzoni
Onde gravitazionali, la Sardegna designata per ospitare “ET”

L’osservatorio di terza generazione è previsto a Lula. C’è l’università di Sassari. Carpinelli: «Rilevanza globale»

11 settembre 2020
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SASSARI. “ET” sta per Einstein Telescope e la Sardegna è candidata a ospitare - nel territorio del Nuorese, a Lula nell’ex miniera di Sos Attentos - l’osservatorio pionieristico di terza generazione per le onde gravitazionali che contribuirà in modo decisivo a migliorare la conoscenza dell’universo e dei processi fisici che lo governano.

«É un’impresa scientifica e tecnologica di rilevanza globale – ha detto il rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli – ed esprimo tutta la mia soddisfazione per questo primo traguardo, che è stato possibile raggiungere grazie in primo luogo all’impegno dell’Università di Sassari, dell’Infn e di tutti gli enti scientifici coinvolti. Ora ci auguriamo che il nostro grande progetto venga incluso nella prossima Roadmap di Esfri e che possa davvero essere ospitato in Sardegna. La presenza di un centro di ricerca di prima grandezza in territorio sardo apre prospettive di eccezionale rilevanza per lo sviluppo della Regione e per il futuro di tutti i giovani sardi», ha concluso Carpinelli.

L’Italia è alla guida del gruppo di nazioni che hanno presentato la proposta nell’ambito dell’aggiornamento per il 2021 della roadmap Esfri, il forum strategico europeo che definisce quali saranno le future grandi infrastrutture di ricerca in Europa. L’impegno assunto dal ministero dell’Università e della Ricerca è supportato dalle espressioni di interesse di tre enti di ricerca nazionali italiani: l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn, coordinatore del progetto insieme agli olandesi del Nikhef, Istituto Nazionale di Fisica Subatomica), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). La Regione - così come le università di Sassari e Cagliari - hanno espresso il loro forte interesse all’installazione dell’infrastruttura di ricerca avanzata. «“ET” consentirà agli scienziati di rivelare eventi di coalescenza di due buchi neri di massa media nell’intero universo contribuendo alla comprensione della sua evoluzione – spiega Michele Punturo, responsabile internazionale del progetto – e consentirà di vedere sotto una nuova luce l'universo chiarendo quali ruoli giochino l’energia e la materia oscura nella struttura dell'universo».

Valutazione positive anche da Cagliari. «Il coinvolgimento della nostra università è una dimostrazione delle politiche che l’Ateneo porta avanti – ha affermato la rettrice Maria Del Zompo –. La cultura è la base dell’innovazione, a sua volta fondamento della crescita economica».

Un progetto ambizioso. La Regione ha già investito 2 milioni di euro e il Ministero circa 17 milioni di fondi statali sul sito di Lula. Il rettore Massimo Carpinelli - come aveva già fatto nelle fasi cruciali del progetto - ha ribadito che si tratta «di una vera svolta . La Sardegna non rappresenterebbe più solo una attrazione turistica ma diventerebbe uno dei luoghi più importanti per la ricerca avanzata con strutture d’avanguardia».

Il nuovo rivelatore gravitazionale è una occasione di sviluppo unica nel suo genere: si tratta di un investimento di almeno un miliardo e mezzo di euro. In fase di costruzione porterà lavoro a più di 2500 persone in un territorio poco popolato; sul lungo termine sarà un grande polo scientifico di valore internazionale, destinato ad attrarre nuove risorse da investire alla frontiera della scienza e della tecnologia nuove, un motore di sviluppo e di crescita culturale per la Sardegna e per l’Europa intera.

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