La Nuova Sardegna

Sassari

Buio in sala ma il Moderno resiste

di Andrea Massidda

Il cinema di viale Umberto è uno dei pochi in Sardegna ad aver riaperto. I problemi però non mancano 

15 settembre 2020
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SASSARI. Numero degli spettatori più che dimezzato, incassi a dir poco risicati, e come se non bastasse persino molte proiezioni cancellate per consentire la sanificazione delle poltroncine. Se per descrivere l’attuale situazione del cinema Moderno (uno dei pochissimi aperti in Sardegna) si dovesse prendere in prestito il titolo di un film, la scelta magari non cadrebbe ancora su “Apocalyspe now”, ma si potrebbe optare tranquillamente su “Profondo rosso”, visto che i conti al botteghino non tornano più dallo scorso marzo. Colpa dell’emergenza Covid, naturalmente, che tuttavia incide in maniera meno diretta di quanto si possa pensare: il pubblico, infatti, ora non frequenta meno le sale soltanto per il terrore del contagio, ma anche perché nel cartellone mancano tanti titoli appetitosi. In altre parole, le grandi case di produzione americane – quelle che con i loro blockbuster garantiscono i guadagni anche al Cityplex di viale Umberto – considerato lo stato della pandemia negli Stati Uniti hanno scelto di far slittare al 2021 l’uscita dei loro migliori film già pronti. Morale: c’è da sperare che questo periodo oscuro si concluda entro pochi mesi altrimenti la gestione di un multisala, che sia a Sassari o in qualunque altra parte d’Italia, rischia di diventare impossibile.

A confermare tutto ciò è proprio l’imprenditore Alessandro Murtas, uno dei tre titolari dello storico cinema sassarese riqualificato tre anni fa, nonché presidente dell’Anec Sardegna (l’Associazione nazionale esercenti cinema), distributore di pellicole e programmatore in alcune sale del resto della Sardegna. «Per comprendere bene in quale mare stiamo nuotando con il Cityplex – spiega – bastano un po’ di dati relativi allo scorso fine settimana: da venerdì a domenica nelle nostre quattro sale abbiamo totalizzato appena 650 presenze con un incasso complessivo di quasi seimila euro. Significa che su tre giorni abbiamo fatto una media di trecento presenze al giorno con tre spettacoli per ognuna delle quattro sale. Stiamo parlando dei numeri che avremmo fatto l’anno scorso in una molto mediocre giornata di sabato. E non mi riferisco solo allo stesso periodo di dodici mesi fa, quando in programmazione c’era “Il Re Leone” e facevamo a ogni proiezione incassi record, ma sto facendo una media dell’intera stagione».

In sintesi, gli esercenti al momento stanno perdendo il 70 per cento dei loro guadagni. «Sul breve periodo, considerati anche altri parametri molto tecnici, possiamo tentare di resistere – continua Murtas – ma se alla lunga non ci dovesse essere una netta inversione di tendenza, una situazione simile diverrebbe insostenibile. Diciamo che possiamo stringere i denti sino a dicembre, ma non oltre».

I segnali per ora non sono esattamente positivi, e il riferimento non è ai dati Covid. «L’uscita di titoli americani accattivanti come “Wonder Woman” o altri film hollywoodiani di grosso richiamo – conclude Murtas – è già stata posticipata al prossimo anno, perché negli Usa le sale sono chiuse e il piano di promozione delle pellicole, costosissimo, lo si fa a livello mondiale. Ne consegue che i distributori hanno ancora più paura a fare uscire i loro film. Insomma, è il cane che si morde la coda. A questo punto non ci rimane che sperare sui titoli in arrivo dalla Mostra internazionale del cinema di Venezia, che si è appena conclusa».

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