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Intitolata una piazzetta a don Salvatore Coronzu

Intitolata una piazzetta a don Salvatore Coronzu

POZZOMAGGIORE. L’amministrazione comunale guidata da Mariano Soro ha intitolato una piazzetta a don Salvatore Corongiu, noto come “Babbai Coronzu”. Alla cerimonia hanno partecipato la vicesindaca...

16 settembre 2020
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POZZOMAGGIORE. L’amministrazione comunale guidata da Mariano Soro ha intitolato una piazzetta a don Salvatore Corongiu, noto come “Babbai Coronzu”. Alla cerimonia hanno partecipato la vicesindaca Lisa Mannu, il parroco padre Antonio Annichino, che ha benedetto la targa commemorativa, il professor Ernesto Madau, presidente del Comitato della beata Edvige Carboni, il vicecomandante della stazione dei carabinieri Manuele Dettori, e diversi familiari del sacerdote.

Il sindaco e la sua vice hanno evidenziato, con una certa emozione, i caratteri salienti, i tanti aneddoti, la bontà e le opere compiute, in spirito di fraternità e carità cristiana, dal sacerdote nato a Pozzomaggiore il 15 agosto 1878 e deceduto morto il 7 gennaio 1955. «Per l'amministrazione comunale – ha detto Mariano Soro – è un atto dovuto e giusto nei confronti di un uomo che, con l’intitolazione della piazzetta, merita di far parte della storia del paese».

Spirito arguto, dalla battuta pronta, predicava in sardo e le sue espressioni popolari sono ancora ricordate e tramandate dai cittadini di Pozzomaggiore. “Don Babbai Coronzu”, dal 1907, come viceparroco del paese, esercitò la sua missione religiosa, in umiltà e al servizio della gente e fu tra i primi sacerdoti a riconoscere e apprezzare le doti spirituali della Beata Edvige Carboni.

Negli anni ’20, autentico precursore di una forma di assistenza sociale che, solo molto tempo dopo, si manifestò in altri centri, istituì il Ricovero per persone sole, anziane e bisognose che pose al centro dei suoi pensieri e che, inizialmente, fu affidato a personale laico. In seguito fu gestito dalle Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo che, nel Novembre del 2003, dopo settantaquattro anni (1929/2003), dovettero abbandonare la “Casa di riposo” di via Grande, e con essa il servizio a favore degli anziani, dei poveri e dei disabili che è ora affidato a un gestore privato.

Emidio Muroni

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