Fertilia come un set: cominciate le riprese del film sugli istriani
di Mauro Tedde
L’opera affronta in un episodio lo spinoso tema dell’esodo La regista Cristina Mantis: «Qui davvero si respira la storia»
21 settembre 2020
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FERTILIA. Sono iniziate in questi giorni a Fertilia le riprese di un film sulla comunità istriana che vive ormai da oltre 70 anni in questa frazione di Alghero della regista Cristina Mantis, premio Rai Cinema per il miglior documentario 2019 e con protagonista Francesca Angeleri, giornalista free lance. Con questo film sugli esuli istriani, scritto con Francesca Angeleri e Daniela Piu, Cristina Mantis festeggia 10 anni ininterrotti di proiezioni in tutta Italia. Li festeggia a Fertilia, nella comunità di istriani tutta sarda, girando un episodio che verrà inserito nella nuova versione del film per il decennale. La regista sta in questi giorni ultimando le riprese nella cittadina che ha definito “una piccola Istria”. Gli edifici di stampo fascista, costruiti dal regime nel 1936 per accogliere originariamente la popolazione in eccesso del ferrarese, vennero destinati dal 1947 ai profughi provenienti da Istria e Dalmazia. «A Fertilia si respira la storia di quell’esodo – commenta la regista –, una storia rimasta sospesa e mai veramente approfondita nei libri di storia».
Il fil rouge su cui si snoda il racconto è il cibo. Il documentario, infatti, affronta lo spinoso e irrisolto tema dell’esodo istriano dalmata utilizzando il cibo come terreno di non conflitto.
Il film narrerà la preparazione di ricette istriane spesso riviste dalla tradizione sarda, che rendono possibile l’esercizio della memoria di quell'esodo doloroso e la non meno faticosa integrazione dei profughi che qui trovarono rifugio. Tutt’altro che sullo sfondo, sarà, però, anche il racconto di quanti, giunti a Fertilia in quegli anni, ancora la abitano, il cui palpito sarà raccolto dalla giornalista Francesca Angeleri, nipote di esuli, che, dopo aver percorso l’Istria in lungo e in largo, si perde nelle vie di Fertilia intitolate alle città istriane, ritrovando un pezzo della sua stessa storia. La produzione del film è di Gianmichele Manca.
Il fil rouge su cui si snoda il racconto è il cibo. Il documentario, infatti, affronta lo spinoso e irrisolto tema dell’esodo istriano dalmata utilizzando il cibo come terreno di non conflitto.
Il film narrerà la preparazione di ricette istriane spesso riviste dalla tradizione sarda, che rendono possibile l’esercizio della memoria di quell'esodo doloroso e la non meno faticosa integrazione dei profughi che qui trovarono rifugio. Tutt’altro che sullo sfondo, sarà, però, anche il racconto di quanti, giunti a Fertilia in quegli anni, ancora la abitano, il cui palpito sarà raccolto dalla giornalista Francesca Angeleri, nipote di esuli, che, dopo aver percorso l’Istria in lungo e in largo, si perde nelle vie di Fertilia intitolate alle città istriane, ritrovando un pezzo della sua stessa storia. La produzione del film è di Gianmichele Manca.