La Nuova Sardegna

Sassari

«Per mia figlia non c’è posto»

di Gianni Bazzoni
«Per mia figlia non c’è posto»

La denuncia di una mamma che racconta le peripezie per iscrivere la ragazzina alla scuola media

21 settembre 2020
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SASSARI. Storie di scuola e di studenti, di iscrizioni mancate e di stranezze ai tempi del Coronavirus. La vicenda è ambientata in una città del Sassarese dove le scuole e non mancano e funzionano anche bene. Ma le vicissitudini incontrate da una mamma per iscrivere una delle figlie alla seconda media dimostra che stavolta più di qualcosa non ha funzionato per il giusto verso. E la donna ha raccontato in una lettera (inviata alla Nuova dopo che la nota è stata trasmessa alla dirigente scolastica) la vicenda fin dal principio.

«A metà giugno ho presentato domanda di iscrizione di mia figlia alla seconda classe della Scuola secondaria di 1° grado, nell’istituto ubicato a poche centinaia di metri dall’abitazione dei nonni dove la minore è residente. Dopo circa tre mesi, durante i quali ho prodotto la documentazione che la scuola mi aveva richiesto, il 3 settembre mi viene comunicato da parte della segreteria della scuola “l’impossibilità di accogliere presso la nostra scuola secondaria 1° grado alla classe 2a - anno scolastico 2020/21 - dell’alunna in oggetto causa emergenza Covid-19”». In presenza di una risposta che collegava la mancata iscrizione a una generica emergenza Covid, la mamma della ragazzina ha chiesto un appuntamento urgente alla dirigente, la quale avrebbe spiegato che un “ispettore tecnico aveva accertato l’impossibilità di inserire una nuova unità in una seconda per ragioni relative ai parametri sulla sicurezza e salute previsti dalla normativa vigente”.

Una cosa che ci può stare. D’altronde attorno all’emergenza Covid e a quello che si deve fare nel settore della scuola ci sono ancora parecchi dubbi e poche certezze. «Ho reiterato la richiesta – racconta la mamma – facendo notare che, proprio da una seconda si era trasferito un alunno. A tutt’oggi la dirigente, che a voce aveva mostrato disponibilità a iscrivere mia figlia se lo avesse disposto la dirigente provinciale, non ha risposto. Mentre la stessa dirigente provinciale, in una mail del 16 settembre, mi ha comunicato che l’iscrizione è competenza della dirigente dell’Istituto, conferma le motivazioni che osterebbero all’inserimento di mia figlia e consiglia l’iscrizione in altra scuola distante diversi chilometri dalla residenza di mia figlia».

Succede però - sempre secondo il racconto della donna - che nel frattempo è stato disposto l’inserimento di un alunno proveniente da una scuola di Milano, «proprio nella classe dove avrebbe dovuto essere inserita mia figlia». A questo punto la mamma della ragazzina ha fatto una sua riflessione sulla vicenda. «Non riesco a capacitarmi su quali possano essere le ragioni del rifiuto a iscrivere mia figlia; non capisco l’ingerenza di un “ispettore tecnico” che contatta telefonicamente mia madre (la nonna presso la quale mia figlia risiederà per tutto l’anno scolastico) per convincerla a iscrivere mia figlia in altra scuola distante diversi chilometri lasciando come alternativa il rientro in Svizzera». La conclusione: «Un’esperienza umiliante, stressante per me, per i miei genitori, che ospitano mia figlia e che sta minando la serenità e l’entusiasmo di una adolescente». La ragazzina nel frattempo - per non perdere l’anno - è stata iscritta in un altro istituto.



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