La Nuova Sardegna

Sassari

Il “Musinu” perde la prima Il sindaco: «È paradossale»

di Daniela Deriu
Il “Musinu” perde la prima Il sindaco: «È paradossale»

Thiesi in rivolta dopo il no dell’ufficio scolastico regionale per l’istituto tecnico «In un momento così non si può impedire il diritto allo studio ai nostri ragazzi»

27 settembre 2020
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Thiesi. La prima classe dell’istituto tecnico “Musinu” di Thiesi non ci non ci sarà.

Il diniego da parte dell’Ufficio scolastico regionale alla formazione della prima classe è giunto come una doccia gelata dopo giorni di attesa ed ha lasciato i ragazzi, le loro famiglie e l’intera comunità nello sconcerto.

«Personalmente abbiamo problemi di carattere economico. Per noi la scelta di mandare nostra figlia a Thiesi è stata dettata da questa esigenza», queste le parole di una delle madri dei sette ragazzi che da lunedì con ogni probabilità decideranno di rimanere a casa. Sono diversi e tutti plausibili i motivi che spingono i residenti delle piccole comunità ad iscrivere i propri figli nell’istituto locale: sono scelte legate a problematiche di natura sociale, economiche ma anche la paura del Covid. «Vogliamo la nostra scuola e i servizi nei nostri paesi e abbiamo paura del Virus. I servizi di trasporto pubblico non garantiscono la protezione dalla malattia».

In paese il clima è ormai teso. Dopo l’ufficializzazione della notizia avvenuta con un comunicato ufficiale del primo cittadino, Gianfranco Soletta: «Vi informo che ho appena concluso l’ultima telefonata con il provveditore regionale e purtroppo la risposta è rimasta negativa, non ci sarà la prima classe. E’ una situazione paradossale». Una decisione difficile da accettare, considerati i tempi di attesa. «Mentre nelle altre scuole iniziavano le lezioni qui c’erano ancora famiglie che aspettavano di conoscere il destino scolastico dei figli, prosegue il sindaco, perché tutto era nel limbo – prosegue Soletta –. In un momento particolare come quello che stiamo vivendo a causa del Covid che vede i trasporti scolastici al collasso per la pandemia in corso e che tutti portano avanti lotte contro lo spopolamento non si può decidere di non istituire una classe con ragazzi che hanno deciso di studiare nella scuola del territorio». La situazione in questi giorni vede protagonisti sette ragazzi pendolari, tra i quali anche uno studente con disabilità, che sarà destinato inevitabilmente ad interrompere il loro percorso di studi. «E’ vero che il numero è esiguo ma c'è da evidenziare il fatto che in questa classe come in altre ci sono anche ragazzi con disabilità e scegliere una scuola del territorio diventa una necessità oltre che un'opportunità». Nonostante la perentorietà del responso il primo cittadino approfondirà la questione.

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