La Nuova Sardegna

Sassari

Studenti ammassati: a Sassari delirio senza regole davanti alle scuole

Luigi Soriga
Studenti ammassati: a Sassari delirio senza regole davanti alle scuole

Tutti senza mascherina, zero distanze alle Magistrali. Caos all’ingresso del Canopoleno, dirigenti in difficoltà

05 ottobre 2020
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. In classe banchi separati, compagnetto distanziato di un metro, mascherina per alzarsi e andare in bagno, chiacchiere e contatti ridotti al lumicino. Ma appena suona la campanella, scatta il liberi tutti. Gli alunni, quando varcano il portone e mettono il naso per strada, vengono consegnati a un mondo rilassato e senza regole, dove le precauzioni covid sono un pacchetto optional.

Ore 12,30: assistere all’uscita del liceo Margherita di Castelvì regala una granitica consapevolezza: non c’è speranza di arginare la seconda ondata di Covid. A meno che i dirigenti scolastici, l’amministrazione comunale e i vigili urbani non entrino a gamba tesa sugli scellerati assembramenti, e li sanzionino pesantemente.

Il piazzale davanti all’istituto è zeppo come una scatola di sardine. L’immagine che viene in mente è proprio quello dei banchi di pesce azzurro, che si concentrano e si sfiorano in un piccolo spicchio di mare. Ci saranno non meno di 400 studenti assiepati, riuniti generalmente in gruppetti da sei o sette compagni. Solo uno su trenta porta la mascherina, la stragrande maggioranza non la indossa nemmeno per finta, come fanno in tanti per strada, abbassata sotto il mento o infilata nel braccio. Non ce l’ha proprio.

Basterebbe un solo positivo in mezzo a quella calca, per innescare un cluster incontrollabile. Pronto a diffondersi successivamente tra le mura domestiche, coinvolgendo prima i fratellini, poi i genitori e infine gli anelli più deboli della catena, ovvero i nonni. Osservando come si salutano abbracciandosi, o come si scambiano la sigaretta, vien da pensare che ai ragazzi non sfiori nemmeno lontanamente la remota ipotesi dell’esistenza di un virus. E non si tratta di uno scenario isolato che si materializza ogni fine mattina davanti ai giardini.

Ogni istituto ha i propri assembramenti esterni, che vanificano ogni sacrificio e ogni precauzione adottata all’interno delle aule.

I dirigenti scolastici sono in netta difficoltà, dal momento che non hanno l’autorità per prendere per l’orecchio gli studenti e riportarli alla ragione. Possono agire con le raccomandazioni, o con messaggi forti, o magari facendo intervenire anche le forze dell’ordine quando le condizioni di sicurezza vengono meno.

Anche l’ingresso delle 8,30 è un piccolo delirio. Un caso per tutti è quello del Canopoleno, che non a caso è monitorato costantemente dai vigili urbani. Via Luna e Sole in versione cantiere aperto, marciapiedi davanti all’istituto strettissimo, nessun parcheggio. Il preside ha tentato di imporre una serie di regole, scaglionando gli ingressi, ogni minuto entra una classe diversa, dalla prima elementare sino alla quinta liceo. E ha fatto tracciare anche dei segni gialli sul muretto per suggerire il distanziamento.

Ma nessun teorema potrà mai prevedere le variabili che determinano la puntualità di un genitore che accompagna un figlio a scuola. Figuriamoci le quattro regole suggerite da un dirigente. Quindi alla prima campanella regna il caos, tra ritardi e arrivi in anticipo, con alunni e genitori compressi sul marciapiede e altri che si riversano nel parco con la croce.

Situazione analoga all’uscita in varie scuole primarie, come in via Civitavecchia, dove decine di genitori stazionano di fronte ai cancelli, senza adeguato distanziamento, in attesa della campanella. In via Manzoni, poi, si cerca di dilatare il più possibile anche il distanziamento temporale, prevedendo ingressi separati (e disagevoli per le famiglie) dalle 9 alle 11.

E poi ancora la grande ammucchiata davanti alle fermate degli autobus. L’Atp e l’Arst non hanno le competenze per far rispettare le norme di sicurezza, che spetta esclusivamente alle forze dell’ordine. Anch’esse in difficoltà a presidiare troppi punti critici disseminati in tutta la città. Per fortuna è di questi giorni l’approvazione della legge per il potenziamento delle corse, con la possibilità di affidare alcune tratte anche ai privati.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
L’intervista in tv

Alessandra Todde: «L’Italia non è il paese della felicità che racconta la premier Giorgia Meloni»

Le nostre iniziative