La Nuova Sardegna

Sassari

Ispettore aggredito nel carcere di Alghero

Ispettore aggredito nel carcere di Alghero

Il sottufficiale colpito con una testata e un pugno al volto da un detenuto L’uomo, condannato per due omicidi, non voleva rientrare in reparto

13 ottobre 2020
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SASSARI. Una testata e un pugno a un ispettore della polizia penitenziaria che si era avvicinato per convincerlo a rientrare nel suo reparto a conclusione di un colloquio avuto con gli addetti all’area educativa. É accaduto due giorni fa nella casa di reclusione di Alghero e l’episodio ha sorpreso non poco, perchè nel carcere algherese gli episodi di aggressioni agli agenti e al personale in generale sono davvero rari. Il sottufficiale è stato soccorso e accompagnato in ospedale per le cure: ha avuto sette giorni di prognosi. Il detenuto (che sconta una condanna per duplice omicidio) dopo un passaggio nel reparto di psichiatria è stato trasferito con provvedimento di urgenza in un altro istituto di pena.

Sul grave episodio sono intervenuti i rappresentanti delle organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria.

«L'amministrazione centrale intervenga – ha detto il segretario nazionale aggiunto dell’Osapp Domenico Nicotra. La situazione ad Alghero è critica. Nonostante la presenza di due commissari e un sostituto commissario, mancano ispettori, che sono solo tre, e sovrintendenti, che sono cinque. E a creare notevoli problemi è la grave carenza di agenti e assistenti - aggiunge Nicotra - allo stato attuale si lavora quasi sempre ai livelli minimi di sicurezza».

C’è da dire che proprio nel carcere algherese le reazioni violente sono abbastanza rare, l’istituto è considerato un modello per quanto concerne la partecipazione dei detenuti ai corsi di studio e di formazione, con una “apertura” che rende meno problematica la gestione del periodo detentivo.

I momenti più critici si erano avuti solo in passato, quando con la chiusura del carcere di San Sebastiano c’era stato un trasferimento di detenuti considerati “problematici”che aveva generato una condizione di precarietà e una serie di situazioni complesse di difficile gestione. Poi c’era stato il graduale ritorno alla normalità.

Sulla vicenda dell’aggressione all’ispettore è intervenuto anche Antonio Cannas, delegato nazionale per la Sardegna del Sappe: «Certi fatti non devono accadere – ha detto – ed è grave che si verifichino in una struttura come quella di Alghero, notoriamente tranquillo e dove gli episodi di violenza e di aggressioni da parte dei detenuti sono davvero rari. É la conferma che non bisogna mai abbassare la guardia e che è necessario operare con gli organici necessari per garantire la sicurezza».

Cannas ha voluto ricordare la manifestazione programmata a livello nazionale per domani, a Roma, in piazza del Popolo alle 10. Una iniziativa che coinvolge una miriade di sigle sindacali in rappresentanza del personale in divisa, dalle forze di polizia ai vigili del fuoco.

«Rivendichiamo tutele e garanzie funzionali, come bodycam, taser, protocolli operativi e fondamentali tutele legali – hanno affermato nel manifesto unitario i sindacati –. Chiediamo retribuzioni dignitose, risorse adeguate per il nuovo contratto di lavoro e per valorizzare i servizi rischiosi e disagiati, nonchè la previdenza complementare. Indispensabile, infine, un ripianamento degli organici, alla luce di una carenza attuale complessiva circa del 20%, dato che andrà ad acuirsi nei prossimi anni a causa di un numero importante di pensionamenti».

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