La Nuova Sardegna

Sassari

il processo “alzheimer” 

Gli avvocati dei familiari imputati «Sono solo vittime incolpevoli»

Gli avvocati dei familiari imputati «Sono solo vittime incolpevoli»

SASSARI. È cominciata ieri mattina davanti al collegio presieduto dal giudice Mauro Pusceddu la discussione del collegio difensivo nel processo a carico del neurologo di Ittiri Giuseppe Dore e di...

14 ottobre 2020
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SASSARI. È cominciata ieri mattina davanti al collegio presieduto dal giudice Mauro Pusceddu la discussione del collegio difensivo nel processo a carico del neurologo di Ittiri Giuseppe Dore e di altri 20 imputati (tra cui altri tre medici) accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, lesioni, maltrattamenti, sequestro di persona, omicidio colposo.

La prima a respingere con forza le accuse mosse ai suoi clienti è stata l’avvocato Francesca Vizzini che difende Ornella Bombardieri e Andrea Di Carlo (che all’epoca erano anche stati arrestati), rispettivamente moglie e figlio di Giancarlo, un ingegnere romano malato di demenza frontotemporale che secondo alcune testimonianze raccolte dagli inquirenti sarebbe stato tra i più vessati in nome della Psiconeuroanalisi, la presunta miracolosa terapia praticata da Dore per la cura dell’Alzheimer e di altre demenze. «Maltrattamenti? La Bombardieri aveva portato qui in Sardegna il marito per farlo guarire. E in parte c’era anche riuscita. I lamenti di Giancarlo che erano stati intercettati all’epoca andavano contestualizzati e invece non è stato fatto. L’ingegnere si lamentava perché aveva un grave stato infiammatorio a livello gastrico, compresa una tracheite. Nessuna privazione della libertà, la moglie e il figlio cercavano solo di contenere le fasi compulsive e aggressive tipiche della sua malattia. Da qui si spiega lo scotch messo sui pantaloni, perché lui faceva chilometri a piedi, sudava tantissimo, in quel modo invece i piccoli passi gli avrebbero permesso di non stancarsi troppo». La Vizzini chiedendo l’assoluzione per i suoi assistiti ha ribadito: «Moglie e figlio sono vittime incolpevoli di questa vicenda. Io sono stata a casa loro e ho visto con i miei occhi il modo in cui si prendevano cura del loro caro».

È poi toccato all’avvocato Montecuollo che assiste Alfonso Di Stavolo, l’operatore socio assistenziale di Giancarlo Di Carlo. Il legale ha puntato il dito contro Davide Casu (il grande accusatore ex collaboratore e amico di Dore che fece partire l’inchiesta): «È lui l’autore di questa macchinazione, si è scagliato contro tutto e tutti per la sua sete di vendetta nei confronti di Dore. L’istruttoria dibattimentale non è stata in grado di fornire la prova oltre ogni ragionevole dubbio che Di Stavolo maltrattasse il suo paziente. Casu non ha detto la verità, si è contraddetto con il solo obiettivo di provocare guai giudiziari a chi lo aveva sbugiardato». Gli avvocati Allai e Tomasi anche loro difensori di due familiari di pazienti hanno insistito sul fatto che il processo non abbia provato le accuse a carico dei loro assistiti che mai avrebbero maltrattato i propri cari in nome della terapia di Dore. (na.co.)

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