La Nuova Sardegna

Sassari

Il forte vento scoperchia la chiesa della Consolata

di Gavino Masia
Il forte vento scoperchia la chiesa della Consolata

Ancora problemi al tetto ma preoccupa anche la vela della campana Da anni si attende un intervento pubblico ma nessuno mette i fondi

14 ottobre 2020
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PORTO TORRES. Le forti folate di vento spirate nei giorni scorsi in città hanno messo ancora una volta a nudo le criticità del tetto e della vela della campana della chiesa della Beata Vergine della Consolata. Strutture che versano da oltre un anno in condizioni molto precarie e che continuano a minare la sicurezza del luogo di culto e non solo.

Nei mesi scorsi l’intervento dei vigili del fuoco del distaccamento locale aveva evidenziato il distaccamento di una parte della copertura ad ondulina, la stessa che si è verificata in questi giorni e che necessita dell’intervento di un maestro muratore per puntellare la copertura attraverso dei chiodi di un certo spessore.

«Al di là del problema esistente nella copertura del tetto – dice il parroco don Ferdinando Rum –, su cui ho già contattato un artigiano per rimetterla a posto, quello che preoccupa maggiormente rimane la vela della campana: è infatti ridotta male ed è sempre più pericolosa nelle giornate ventose e quando piove a dirotto». La sacrestia e i servizi igienici della chiesa sono interdetti al pubblico da tanti, troppi anni per evidenti danni strutturali. E nel frattempo un solo intervento pubblico per mettere sotto protezione l’interno, poi niente altro per risolvere quelle problematiche urgenti presenti nel tetto, che a lungo andare (e con condizioni climatiche avverse) potrebbero creare pericoli alla gente che passeggia nella piazza della Consolata o che staziona nel bar vicino. Una situazione che sta diventando difficile da portare avanti per don Ferdinando Rum, che si è rivolto a più parti senza però trovare un adeguato sostegno. Sei anni fa il Comune presentò la prima richiesta di finanziamento per la realizzazione dei lavori di consolidamento della chiesa della Consolata, costo stimato in 150mila euro, ma la Regione non diede alcuna risposta positiva in merito. Anche l’amministrazione comunale uscente ci aveva provato inserendo i lavori di manutenzione della chiesa tra i fondi del Piano triennale delle opere pubbliche, ovvero una somma di 170mila euro da trovare nelle pieghe del bilancio comunale 2019. Secondo il vicesindaco era necessario un progetto esecutivo e un computo metrico fatto bene per le verifiche statiche, sulla parte puntellata e sulla struttura che regge il campanile. Valutazioni che arrivavano dopo ogni sopralluogo di tecnici e politici per constatare i soliti cedimenti, a cui non sono però seguiti i relativi finanziamenti per rimettere in ordine la chiesa che si affaccia su corso Vittorio Emanuele. La prima pietra della Beata Vergine della Consolata fu posta il 22 febbraio 1826: il 30 dicembre 1827 l'arcivescovo turritano, alla presenza del Magistrato civico di Sassari, la consacrò.

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