La Nuova Sardegna

Sassari

«Due anni e 8 mesi per il pestaggio»

«Due anni e 8 mesi per il pestaggio»

Il pm Beccu ha chiesto la condanna per l’aggressione razzista di due anni fa

17 ottobre 2020
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SASSARI. Due anni e otto mesi di reclusione per le lesioni dovute alla brutale aggressione in mezzo alla strada, con l’esclusione però dell’aggravante razziale contestata solo a uno degli altri due componenti del branco.

È la richiesta di condanna formulata ieri mattina dal sostituto procuratore Angelo Beccu nei confronti di Pietro Silanos, 22 anni di Sassari, diversi precedenti alle spalle, finito in manette il 15 settembre di due anni fa con l’accusa di essere stato a capo del branco che pochi giorni prima aveva aggredito e pestato un 24enne originario della Guinea - titolare di protezione internazionale - davanti all’istituto magistrale.

Per il magistrato titolare dell’inchiesta l’aggravante dei motivi razziali può essere contestata solo al primo componente del branco che aveva sferrato una gomitata al fianco del giovane straniero che sorpreso e sofferente per la botta aveva chiesto il perché di quell’aggressione. Pronta la risposta: «Io sono a casa mia, vai a casa tua. A casa mia faccio quello che voglio». La sua vicenda processuale e quella del terzo componente del branco ha preso una strada diversa. Difesi dagli avvocati Paolo Spano e Pierluigi Carta i due giovani stanno beneficiando della “messa alla prova”.A fine novembre il giudice Antonello Spanu deciderà invece sulla richiesta di condanna formulata ieri per Silanos, difeso dagli avvocati Paola Dessì e Gabriele Satta. L’esame delle immagini delle telecamere attorno alla zona in cui si era verificato il pestaggio - tra corso Cossiga e Corso Margherita di Savoia - aveva fornito agli agenti della polizia locale elementi interessanti per ricostruire la composizione del gruppo che aveva aggredito e pestato il giovane straniero, a Sassari da più di sei anni. Il brutale pestaggio si era verificato la sera del 10 settembre del 2018. Il giovane originario della Guinea, assistito nel processo dall’avvocato Antonio Canu, era diretto in piazza d’Italia dove aveva appuntamento con un amico. All’incrocio con Corso Margherita di Savoia, il 24enne si era fermato al semaforo in attesa del verde: dall’altra si era materializzato il branco ed era scattata la violenza.(l.f.)

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