La Nuova Sardegna

Sassari

«Sono saltato su e ho frenato»

di Gianni Bazzoni
«Sono saltato su e ho frenato»

Gavino Dore, 19 anni, racconta come ha bloccato il bus che stava per travolgere il gruppo di studenti

19 ottobre 2020
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INVIATO A ITTIRI. «Ha scritto che ho 17 anni, in realtà ne ho compiuti 19, ma non fa niente. Poi non è tanta la differenza, però non sono un ragazzino». Sorride Gavino Dore, ittirese doc, studente, frequenta la quinta all’istituto Agrario “Pellegrini” di Sassari e tutti i giorni viaggia dalla sua città a bordo degli autobus insieme a decine di pendolari. E in tanti devono al suo gesto, alla sua azione coraggiosa se l’altra mattina sulla Sassari-Ittiri non sono stati travolti dal bus dell’Arst che si era messo in movimento dopo essere rimasto in sosta a causa di un incidente avuto poco prima.

«No, non mi sento un eroe. Solo un giovane che ha fatto il suo dovere senza stare troppo a pensarci. In quel momento serviva freddezza e rapidità di azione, io mi sono trovato in una posizione favorevole. E poi è vero, sapevo dove mettere le mani e i piedi perchè da bambino seguo mio padre che fa il camionista e ha una impresa di movimento terra. Mi piace guidare. Ho imparato tutto quello che potevo».

Sabato mattina Gavino Dore - dopo un breve scatto - è salito al volo a bordo del bus “snodato” che correva all’indietro senza guida, l’autista era a terra insieme agli studenti in attesa che si completassero i rilievi dell’incidente nel quale il mezzo era stato coinvolto.

«Mi stavo avvicinando insieme a un altro ragazzo – racconta il 19enne di Ittiri – per vedere i danni riportati dall’autobus nello scontro con la Renault Clio. Stavo cercando di capire se poteva ripartire oppure no. In quel momento il pullman ha cominciato a muoversi all’indietro. É stato un attimo: ho visto i miei compagni che erano proprio nella traiettoria del mezzo pubblico, forse molti non avevano neppure percepito il pericolo. Ho fatto pochi passi e mi sono trovato davanti alla portiera centrale, sono saltato a bordo e mi sono messo al posto di guida. Ho frenato e l’ho bloccato. Era quello che si doveva fare. É andata bene».

Occhi vispi, capelli corti, la serenità di chi è abituato a non fare una cosa per volta ma a sommare gli impegni senza problemi, Gavino Dore ripensa a freddo a quei momenti drammatici di sabato mattina.

«Lo so che ho fatto una cosa bella – dice – e sono contento che nessuno si sia fatta male. Il rischio è stato alto. Quando sono saliti a bordo e mi hanno visto seduto al volante mi hanno detto: “Tu non dovresti stare lì”. E io ho risposto: si però se non c’ero io il pullman continuava ad andare e non si fermava. Mi hanno risposto: “Hai ragione...”».

Per parecchie ore in tanti si sono interrogati su chi fosse il protagonista dell’intervento coraggioso, con quel balzo e l’azione decisa che ha permesso di bloccare la corsa del pullman che andava a retromarcia fuori controllo. Gavino si era confuso in mezzo agli altri studenti, era salito sull’altro mezzo e aveva raggiunto la scuola.

«Quando sono tornato a casa mamma era preoccupata per l’accaduto – ma mi ha detto subito che era orgogliosa di me, di quello che ho fatto. Anche babbo ha commentato: bravo!».

Gavino e suo padre, un rapporto forte, fatto anche di condivisione di sacrifici e difficoltà: «Lavora tanto, io lo aiuto. Ogni volta che ho tempo libero dagli studi sono al suo fianco. Punto a conseguire il diploma all’Agrario, poi voglio fare come lui. Lavorare in campagna, c’è tanto da fare, si può crescere». Anche la sorellina, che di anni ne ha 15, guarda al fratello-eroe: «É contenta, ma non esageriamo. Mi basta la verità, niente di più».

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