Porto Torres, addio a Giancarlo Pinna uomo senza tempo
Studioso di San Gavino si è spento dopo una lunga malattia
PORTO TORRES. Giancarlo era una di quelle persone senza tempo, non stava a guardare mai l'orologio e le giornate per lui finivano quando l'obiettivo era raggiunto. E stava bene in ogni posto. Era il suo modo di vivere, sostenuto da un bagaglio straordinario di conoscenza e di sapere, da quell'ironica curiosità che lo portava a indagare sempre e a non contentarsi mai. Era un buono, un esploratore che amava i sentieri non battuti e anche un precursore capace di portare sempre idee e progetti che poi hanno trovato piena conferma e applicazione molti anni dopo. E in tanti se ne sono presi il merito, spesso senza neppure citarlo. Uomo di cultura, politico e amministratore pubblico, anima dell'associazionismo, ricercatore e studioso del periodo medieavale, sapeva tutto di San Gavino e dei Martiri turritani, della Basilica e di tutto quello che nei secoli ha riempito il grande cantiere di quella chiesa che ha sempre difeso e per la quale ha preteso - anche a muso duro e con manifestazioni eclatanti - il giusto rispetto. Giancarlo Pinna era un generoso, un umile credente.
Si è spento ieri, avrebbe compiuto 74 anni a dicembre. La malattia non gli ha risparmiato niente, e lui l'ha affrontata con coraggio e con la forza della preghiera. Ha sofferto tanto, specie negli ultimi anni quando il suo fisico ha dovuto subire gli attacchi più duri. Ma finchè ce l'ha fatta è andato in giro, anche con la sua carrozzina che sembrava una 4x4 capace di portarlo ovunque. Parlava a non finire Giancarlo, perchè era abituato al confronto da sempre. Un raccontatore vero, conosceva storie e personaggi. Ma sapeva ascoltare. Arrendersi non era tra le sue strategie, e la sua testardaggine a volte è stata male interpretata.
Dormiva poco, a volte niente. Ti svegliava presto, all'alba, con una telefonata, così come faceva un altro suo amico con il quale condivideva la passione per la storia di San Gavino e dei Martiri, monsignor Antonio Giuseppe Manconi. Il suo modo di pensare era oltre il confine locale. Fu tra i primi a immaginare un respiro internazionale per l'Asinara, quando insieme a Xavier Monbailliu la fece entrare nei piani della Federazione mondiale delle Città Unite. É stato tra i fondatori del Centro studi Basilica di San Gavino dove ha curato con altri esperti decine di pubblicazioni. Amava i personaggi e si divertiva a inventarli e interpretarli, così è stato Balai Lama e Rambaldo di Torres. A Radio del Golfo era stato Charly. Aveva un amore senza limiti per la sua città, Porto Torres era la sua casa. Fai buon viaggio Giancà. (g.b.)