La Nuova Sardegna

Sassari

L’ idea per viale Trento: un viadotto con posteggi

di Paoletta Farina
L’ idea per viale Trento: un viadotto con posteggi

La lancia l’ingegner Giovanni Pinducciu, ex presidente dell’Ordine professionale: «Inutile consolidare il terrapieno, sarebbe lungo e costoso e il tempo stringe»

02 novembre 2020
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SASSARI. «In viale Trento più che consolidarlo occorrerebbe abbattere il terrapieno e sostituirlo con una struttura in acciaio, un viadotto anche a più piani dove potrebbero trovare posto anche parcheggi. Ma bisogna agire in fretta. Il tempo stringe». La soluzione, che lui chiama “riflessione platonica a voce alta”, arriva dall’ingegner Giovanni Pinducciu, ex presidente dell’Ordine professionale, una lunga esperienza e una notorietà che non si ferma certo a Sassari, e ora in pensione. «Dopo il cedimento, l’amministrazione appare orientata a consolidare il terrapieno, ma le idee sull’intervento da eseguire non sembrano ancora del tutto chiare. Ricordiamo, però, che tempi e che costi comportò il consolidamento di viale Trieste, che terrapieno è rimasto»

L’ingegner Pinducciu articola così il suo ragionamento. L’intervento dovrà cominciare «dall’asportazione del materiale del terrapieno nel quale è possibile che si trovino parti provenienti dalla demolizione del Castello aragonese abbattuto. E naturalmente occorre creare prima una viabilità alternativa per pedoni e veicoli, similmente a come è stato fatto adesso».

Il secondo passaggio è la costruzione «di una piattaforma di fondazione, dopo aver eseguito i sondaggi geognostici, geofisici, e quanto altro necessario, che potrà poggiare su pali, oppure trovando un’altra soluzione idonea. Questa – sottolinea Pinducciu – è la fase che richiederà maggior tempo».

Infine il viadotto che sostituirà il terrapieno e che, incalza l’ingegnere, «va realizzato nel più breve tempo possibile, con un crono programma che dovrà partire già dall’inizio dei lavori, prevedendo fasi critiche e aggiornamenti in corso d’opera. Ritengo che il materiale più adatto è l’acciaio, meglio del tipo “corten” che si auto protegge dalla corrosione assumendo una colorazione bruna, oltre ad avere una colorazione gradevole e poco impattante dal punto di vista visivo».

Ed ecco il progetto nella sua parte più avveniristica. «Il viadotto – prosegue l’ingegner Pinducciu – può essere realizzato a più piani, mentre la parte al livello di campagna sarà aperta e sostenuta da alcune colonne, sempre in acciaio; in questo modo le acque in caso di eventi eccezionali possono defluire a valle senza danni. Alla struttura metallica, poi, si potranno appoggiare i sotto servizi come acqua, fognatura, elettricità, gas. Ma potrà essere destinata anche a parcheggi a pagamento o altro. Oggi con il sistema di Project Financing l’opera può essere realizzata a costi molto bassi, o quasi nulli per l’amministrazione se un privato o un ente finanzi l’opera e ne ottenga la concessione per un certo numero di anni».

E per accedere ai parcheggi non ci sarebbero problemi: «Possono essere realizzate senza difficoltà delle rampe, perché nei dintorni del viale ci zone a quote più basse del piano di strada da cui potrebbero partire». La proposta è lanciata, e l’ingegner Giovanni Pinducciu spera non rimanga “platonica”.

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