La Nuova Sardegna

Sassari

«Mia figlia perseguitata dai bulli»

di Nadia Cossu
«Mia figlia perseguitata dai bulli»

Il dramma di una madre: una banda di ragazzini la insulta, lanciano uova e pietre contro casa nostra

02 novembre 2020
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SASSARI. Sabato sera, dopo l’ennesima incursione davanti a casa con annesso lancio di pietre contro il portone, ha chiamato i carabinieri: «Sono esasperata, non possiamo più andare avanti così».

È lo sfogo di una mamma che in lacrime ha voluto raccontare il dramma che la sua famiglia, ma in particolare la figlia di 15 anni, è costretta a vivere da un po’ di tempo a questa parte.

Tutto succede in un paese dell’hinterland di Sassari dove la ragazzina passa ormai il suo tempo in isolamento domiciliare. «Mia figlia non esce più di casa, se non per andare a scuola a Sassari la mattina. E la devo accompagnare io perché l’hanno insultata anche in pullman...». Accade che una banda di ragazzini si presenti ormai con cadenza quasi quotidiana davanti a casa della quindicenne: «Urlano il suo nome seguito da insulti, volgarità e parolacce di ogni genere, a volte suonano anche il campanello e poi scappano. Una volta li ho visti anche abbassarsi i pantaloni. Sono velocissimi, spariscono in pochi istanti e quando ci affacciamo o usciamo dal portone si sono già dileguati. Per questo non riusciamo a capire chi siano». La tregua, come racconta la mamma della ragazza, c’era stata durante il primo lockdown: «Eravamo tornati a vivere. Finalmente ci avevano lasciato in pace. Poi d’estate hanno ricominciato». Le conseguenze maggiori, come è facilmente intuibile, le subisce la quindicenne: «Ha paura, quando rientra a piedi da casa della nonna sta al telefono con lei finché non entra a casa, teme che nel tragitto qualcuno possa farle del male. La sera di Carnevale, tanto per fare un altro esempio, eravamo seduti a tavola e a un certo punto abbiamo sentito le solite urla, solo che quella volta sono arrivate anche le minacce: “Entriamo e sgozziamoli tutti”. Mia figlia ha avuto paura e si è messa a piangere». Tutte queste vicende sono state riferite ai carabinieri che hanno raccolto la segnalazione contro ignoti. Anche sabato sera si sono messi sulle tracce dei ragazzini: «Ma sono bravi a sparire nel nulla, soprattutto se vedono pattuglie delle forze dell’ordine».

La mamma della quindicenne ha voluto provare a giocare un’ultima carta: raccontare questa storia al nostro giornale. «Perché davvero non ce la facciamo più. Qua tutti vedono ma nessuno fa nulla. A scuola, a Sassari, compagni e insegnanti le stanno molto vicino, si preoccupano per lei e le vogliono tanto bene. Ma quando rientra in paese ripiomba nell’incubo».

La signora si è rivolta anche al sindaco per chiedere l’installazione di una telecamera che potrebbe rappresentare un deterrente.

Di sicuro in casa c’è un clima pesante che queste persone non sono più disposte a sopportare: «Io non dormo più la notte perché mi sembra di sentire sempre dei rumori, abbiamo anche paura a lasciare il cagnolino nel cortile. Prima ci hanno lanciato le uova, poi le pietre, la prossima volta cosa faranno? Mi incendieranno la casa?».

Senza considerare che la situazione economica in cui versa la famiglia non è affatto rosea: «Viviamo in una casa comunale e i danni che abbiamo subìto li dobbiamo pagare di tasca. L’unica speranza è che questa banda venga fermata al più presto, solo così mia figlia potrà riavere la sua spensieratezza da quindicenne».

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