La Nuova Sardegna

Sassari

chiesta l’assoluzione per 7 imputati 

Cadde nell’ospizio e morì il pm: fu un tragico incidente

Cadde nell’ospizio e morì il pm: fu un tragico incidente

ALGHERO. Il 24 luglio del 2016, uscendo in carrozzina dalla porta finestra della propria stanza nel centro residenziale per anziani di Alghero, Maria Pinna, una arzilla 97enne di Villanova Monteleone,...

07 novembre 2020
2 MINUTI DI LETTURA





ALGHERO. Il 24 luglio del 2016, uscendo in carrozzina dalla porta finestra della propria stanza nel centro residenziale per anziani di Alghero, Maria Pinna, una arzilla 97enne di Villanova Monteleone, aveva raggiunto il giardino esterno ma era caduta da una rampa di scale (di dieci gradini) procurandosi gravissime lesioni. Dopo poco più di dieci giorni era morta nel reparto di Rianimazione dell’ospedale civile.

Per quella tragedia – denunciata alla Procura della Repubblica dal figlio della vittima che si è costituito parte civile con l’avvocato Mario Pittalis – sono finite a processo sette persone con l’accusa di omicidio colposo.

Ieri mattina il colpo di scena in aula. Durante la deposizione di alcuni testimoni dell’accusa è stato lo stesso pubblico ministero Paolo Piras a chiedere al giudice che gli altri testi citati venissero congedati perché era emerso chiaramente che la morte dell’anziana non potesse essere imputabile ad alcuno. «Si è trattato di un tragico incidente e per questo chiedo l’assoluzione di tutti e sette gli imputati». Alla richiesta della Procura si sono associati tutti gli avvocati difensori Edoardo Morette, Nicola Satta, Luca Accardo, Elias Vacca, Giovanni Carta, Mario Antonio Fadda, Michele Pala, Alessandro Benedetti e Rossella Pola. Il giudice Elena Meloni ha rinviato al 13 novembre per la sentenza.

A processo con l’accusa di omicidio colposo erano finiti Giovanni Salvatore Mulas, dirigente del Comune di Alghero cui fa capo il centro residenziale per anziani, Anna Maria Scognamillo, direttrice della struttura, Armando Enzo Armandi, presidente del consiglio di amministrazione della cooperativa sociale “Kcs Caregiver” cui era stata aggiudicata la gestione dei servizi della residenza, Ilaria Chiesa, responsabile tecnico della cooperativa, Giovanna Meloni, Francesca Vargiu e Vittoria Artisunch, operatrici socio sanitarie. Secondo l’accusa (iniziale) a vario titolo non avrebbero «adottato le misure necessarie (ad esempio un sistema di chiusura della porta finestra nella camera da letto) che impedissero agli ospiti di raggiungere la rampa di scale nel giardino esterno» e avrebbero «omesso l’adeguata vigilanza degli ospiti non autosufficienti».

Ma le varie testimonianze hanno evidentemente consentito al pm di avere un quadro chiaro della corretta gestione della casa di riposo e dei suoi ospiti da parte degli imputati. I testi hanno spiegato che la signora Pinna non aveva alcun problema sul piano cognitivo, si muoveva autonomamente sulla carrozzina nei corridoi della struttura dove viveva da qualche anno. Secondo la Procura, e secondo gli avvocati della difesa, ciò che accadde il 24 luglio del 2016 fu dovuto a una tragica fatalità. Ora bisognerà attendere la decisione finale del giudice. (na.co.)

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative