La Nuova Sardegna

Sassari

Osilo, non infilzò la mano dell’amico: assolto

di Nadia Cossu
Osilo, non infilzò la mano dell’amico: assolto

La vittima: mi ha ferito con una penna mentre mi salutava. La difesa: tutto falso. Il pm aveva chiesto 3 mesi per lesioni

08 novembre 2020
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SASSARI. Una penna nascosta sotto il polsino della camicia da far scivolare al momento giusto, ossia durante la stretta di mano con quel coetaneo con cui c’era un’antipatia reciproca.

Secondo la Procura di Sassari un ventenne di Osilo avrebbe adottato questa strategia per infilzare il palmo della mano di un compaesano provocandogli una “ferita lacero contusa” (così era scritto nel referto rilasciato dal medico) giudicata guaribile in sette giorni. E con questa accusa – lesioni aggravate – il giovane è finito a processo davanti al giudice Valentina Nuvoli. La stessa che, due giorni fa, accogliendo la richiesta dell’avvocato difensore Stefano Porcu, lo ha assolto “perché il fatto non sussiste”. Il pubblico ministero Andrea Giganti aveva chiesto la condanna a tre mesi, con le aggravanti dell’uso della penna (considerata un’arma che aveva l’obiettivo di ferire l’altra persona, parte civile con l’avvocato Maria Grazia Sanna) e dei futili motivi.

I fatti, così come ricostruiti nella denuncia presentata dalla parte offesa, si sarebbero verificati nella piazza del paese a luglio di tre anni fa. Era una sera d’estate e alcuni ragazzi stavano giocando a carte. Il giovane ha raccontato in aula che a un certo punto, per congedarsi dalla comitiva, aveva teso la mano all’imputato per salutarlo. In un primo momento non si sarebbe accorto di nulla, avrebbe solo «sentito un urto» e visto «che lui impugnava una penna». Una volta rientrato a casa avrebbe notato il sangue e avrebbe ricollegato tutto. Insieme al padre sarebbe tornato in piazza per chiedere spiegazioni e capire meglio quanto era accaduto.

Durante il processo sono stati sentiti alcuni testimoni, in particolare chi quella sera era presente quando c’era stato il saluto tra i due e davanti al giudice hanno raccontato di non aver sentito alcuna lamentela da parte del giovane durante la stretta di mano e di non aver visto l’imputato impugnare una penna. Quest’ultimo, da parte sua, ha negato categoricamente di aver ferito il compaesano e ha aggiunto che non c’era stata nemmeno una discussione quella sera. La penna era poggiata su un tavolo ma era stata usata soltanto per segnare i punti delle partite vinte col gioco delle carte.

Il giudice Valentina Nuvoli, al termine della discussione delle parti, si è ritirata in camera di consiglio. Quindi la lettura del dispositivo della sentenza e l’assoluzione.

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