La Nuova Sardegna

Sassari

A “pesca” di rifiuti nei fondali dell’Area marina

A “pesca” di rifiuti nei fondali dell’Area marina

Alghero, recuperati 1800 chili di materiali di scarto abbandonati tra Capo Caccia e l’Isola Piana

09 novembre 2020
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ALGHERO . Ha “prodotto” 1800 chili di rifiuti recuperati dai fondali dell’Area marina protetta Capo Caccia - Isola Piana il progetto “A pesca del rifiuto”. Il progetto, finanziato dal fondo strutturale europeo per la pesca Feamp 2014-2020, mira alla salvaguardia della biodiversità marina attraverso il recupero dei rifiuti in mare e degli attrezzi da pesca abbandonati. A otto mesi dal suo avvio, i vertici dell’Area Marina Protetta algherese, hanno tracciato un primo bilancio con estrema soddisfazione espressa dal presidente Raimondo Tilloca e dal direttore Mariano Mariani. Sono stati mappati più di 15 km di fondale dell’Area marina protetta mediante l’uso di Rov ( veicolo a pilotaggio remoto) per individuare le zone a maggiori concentrazioni di rifiuti e verificarne l'impatto sulla biodiversità. Sono state condotte più di settanta operazioni di recupero di rifiuti e attrezzi da pesca abbandonati. Tra i rifiuti recuperati: 350 nasse e 350 chili di cime e reti abbandonate, 20 pneumatici di camion, 200 chili di materiale ferroso e vecchie ancore, due motori e parti dello scafo di due imbarcazioni abbandonate sul fondale. Diversi gli oggetti di plastica provenienti persino dalle coste spagnole e dal nord Africa, a testimonianza di come i rifiuti siano un problema ambientale senza confini, che riguarda l’intero bacino Mediterraneo. Monitorate 42 operazioni di pesca per verificare la sostenibilità della pesca in area marina. Sull’argomento è intervenuto l’assessore all’ambiente Andrea Montische ha sottolineato: «la collaborazione con i pescatori e la collaborazione tra Amp e Comune sui temi della pesca che riguarderà anche il riccio di mare, la sua tutela e un piano di ripopolamento data la situazione di forte criticità. Da questa collaborazione ci aspettiamo importanti risultati in termini sociali».

Nicola Nieddu

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