La Nuova Sardegna

Sassari

«Abusi, l’allieva in grado di dire il vero»

di Nadia Cossu
«Abusi, l’allieva in grado di dire il vero»

Maestro di ballo indagato per violenza, il perito: la 18enne non è stata plagiata

10 novembre 2020
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SASSARI. Nessuna psico-patologia che avrebbe potuto compromettere l’interpretazione della realtà e la capacità di dire il vero.

Non fu plagiata la ragazza (oggi diciottenne ma all’epoca dei fatti quattordicenne) che appena raggiunta la maggiore età – ossia a novembre dell’anno scorso – ha denunciato ai carabinieri di Alghero di aver subìto abusi da parte del suo maestro di ballo. L’uomo, 64 anni, era finito agli arresti domiciliari con l’accusa di atti sessuali con minore, violenza sessuale e minaccia. Questo reato gli era stato contestato dalla pm Maria Paola Asara, titolare dell’inchiesta, perché la vittima aveva raccontato di esser stata minacciata di morte e di aver taciuto quella orribile verità per anni proprio per il timore che il maestro di ballo le facesse ulteriore male.

Ieri mattina, davanti al gip, è stata discussa la perizia della psichiatra Lorenza Bazzoni incaricata dal giudice di esaminare e poi pronunciarsi sulla personalità della ragazza. La Bazzoni ha spiegato che la 18enne è in grado di percepire e rappresentare correttamente la realtà e di riferirla. Ora, come vuole la prassi, gli atti torneranno al pubblico ministero che procederà con la chiusura delle indagini e, quasi certamente, con la richiesta di rinvio a giudizio del maestro di ballo (difeso dagli avvocati Nicola Satta e Elias Vacca).

Lo scorso febbraio la giovane (assistita dall’avvocato Gavinuccia Arca) aveva ripercorso – rispondendo alle domande del gip Antonello Spanu nell’incidente probatorio – il calvario attraversato in quel periodo della sua vita. La diciottenne aveva raccontato che quell’uomo l’aveva costretta ad avere rapporti sessuali, che si appartava con lei in posti isolati e le imponeva di fare sesso trasformando la sua adolescenza in un inferno, minacciandola di morte per fermare ogni suo istinto di ribellione, sperando così di passarla liscia.

La paura di non essere creduta, di essere derisa o, peggio, di essere ammazzata, le aveva impedito per tanto tempo di denunciarlo.

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