La Nuova Sardegna

Sassari

L’allarme di Campus: «Numeri da zona rossa»

di Giovanni Bua
L’allarme di Campus: «Numeri da zona rossa»

Il sindaco: «La percentuale dei positivi sui tamponi fatti è del 20 per cento» Sull’ospedale: «Situazione drammatica, chiesto l’intervento dei militari»

10 novembre 2020
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SASSARI. Una percentuale tra tamponi fatti e positivi da zona rossa. I numeri dei contagiati in costante e importante crescita: a ieri 474 in città, 100 in più di una settimana fa. Le misure del Dpcm del 26 ottobre che hanno avuto effetti, negativi, solo sull’economia, senza riuscire nemmeno a rallentare la corsa del virus. La situazione delle strutture sanitarie drammatica, con sei reparti completamente dedicati e già in overbooking, e 21 pazienti positivi al pronto soccorso in attesa di un letto. L’ipotesi di un natale più tranquillo che, allo stato attuale, è solo un auspicio. E anche l’ultima speranza per un tessuto produttivo che, se dovesse “saltare” anche l’ossigeno delle feste, finirebbe definitivamente per aria.

Non vuole essere rassicurante il sindaco Nanni Campus, anzi. E le sue parole suonano come un ultimatum. «Se in queste due settimane – spiega – durante le quali dovrebbero vedersi gli effetti del Dpcm del 4 novembre, i dati non si assesteranno e poi inizieranno a scendere, vuol dire che non è ancora sufficiente. E che sarà lunga e ancora più dolorosa. Per questo dobbiamo dare tutto, con convinzione, sacrificio».

Un esempio: «C’è un baco normativo per cui a chiudere nel weekend in Sardegna devono essere solo le grandi strutture di vendita, e non le medie, che per la legislazione isolana non sono centri commerciali. Nonostante questo Cortesantamaria e le gallerie Moserràt e Luna e Sole hanno chiuso lo stesso. Altri non lo hanno fatto, e addirittura abbiamo dovuto fare delle multe a una pizzeria e una rosticceria in un centro commerciale. È il perfetto esempio. Qui non si stratta di sfruttare un cavillo, di trovare il trucco. Si tratta di remare tutti dalla stessa parte, essere responsabili. Solo così abbiamo qualche speranza».

I numeri sono davvero preoccupanti. «Abbiamo una percentuale di 20 positivi ogni 100 tamponi – spiega Campus – nella fascia da zona rossa, più vicini ai 27 della Lombardia che ad altre zone gialle come noi. La percentuale dei ricoveri dei sassaresi è medio bassa, l’8 per cento, ma la situazione delle strutture sanitarie, che servono tutto il territorio, è drammatica. Ci sono 44 pazienti ricoverati su 40 posti, in Malattie Infettive, 24 ricoverati su 20 posti in Pneumologia, 23 su 20 in Neurologia, 20 in Urologia, 22 su 17 posti in Clinica medica, 24 in Geriatria. E 21 al pronto soccorso in attesa di un letto, oltre ai 15 in Terapia intensiva». E ancora: «Nonostante l’encomiabile lavoro di Microbiologia e dello Zooprofilattico, che ormai processano dai 1200 ai 1400 tamponi al giorno, il sistema di tracciamento e in generale il personale dell’Igiene pubblica è largamente insufficiente». Una tempesta con qualche spriraglio di sole: «Abbiamo ottenuto l’aiuto dei medici militari, già fondamentale nella prima fase. Oggi (ieri ndr) il colonnello Ciancia verrà in città per programmare l’apertura di un drive throught per i tamponi in via Pirandello, che aprirà nei prossimi giorni. E, sempre nei prossimi, giorni saremo in grado come Comune di fare autonomamente i tamponi a Casa Serena, e speriamo presto di poter estendere il servizio a tutte le case di riposo del Comune». Ci si batte insomma: «Ma – chiude Campus – senza una importante assunzione di responsabilità collettiva, che vada oltre le regole e le sanzioni, sarà inutile. Abbiamo due settimane per invertire la tendenza. Siamo chiamati a fare più di quello che ci viene chiesto. Se le misure avranno effetto passeremo un Natale più sereno. Non penso a cenoni, a feste a baci e abbracci. Ma a una situazione, una predisposizione d’animo, che ci consenta di dare una mano alla nostra economia, di mettere fieno in cascina per un 2021 che dovrà essere l’anno della rinascita».

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