Inchiesta partita dall’ex fedelissimo del medico di Ittiri
SASSARI. «Quando ho visto Dore (nella foto ndc) fare le occhiaie rosse a una paziente a suon di schiaffi non ce l’ho fatta più. In alcuni casi lui rideva, si divertiva». Davide Casu, 41 anni di...
11 novembre 2020
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SASSARI. «Quando ho visto
Dore (nella foto ndc) fare le occhiaie rosse a una paziente a suon di schiaffi non ce l’ho fatta più. In alcuni casi lui rideva, si divertiva». Davide Casu, 41 anni di Ittiri, ex agente di commercio, con le sue dichiarazioni squarciò il velo sui presunti orrori «del metodo-Dore». Malati picchiati e vessati in nome di una sorta di “rinascita”, aveva svelato il supertestimone in riferimento alle teorie del neurologo sotto accusa. Casu, che patteggiò 22 mesi, durante il processo è stato più volte preso di mira. Una socia dell’Aion gli aveva rivolto accuse pesantissime in aula sostenendo tra l’altro che parlasse male di Dore «perché non sopportava che ci fosse una persona migliore di lui».
Ma anche il supertestimone era comparso davanti al collegio. Raccontò di come a un certo punto abbandonò
Dore e il suo gruppo di “sostenitori”. Lui, fedelissimo del neurologo («Ci conosciamo da quando avevamo 14 anni» aveva rivelato) scelse di andare via dopo un episodio in particolare: «Un giorno accompagnai
Dore a fare una visita in casa di una paziente. Si sedette di fronte a lei, una donna minuta ma vivace. Lei farfugliava qualcosa in albanese ma
Dore voleva che parlasse in italiano. Cominciò una sorta di interrogatorio e ogni volta che non arrivavano le risposte in italiano la schiaffeggiava. Le diede almeno una ventina di schiaffi, a un certo punto le sanguinò il labbro». Casu mollò tutto e si presentò dai carabinieri. (na.co.)
Dore (nella foto ndc) fare le occhiaie rosse a una paziente a suon di schiaffi non ce l’ho fatta più. In alcuni casi lui rideva, si divertiva». Davide Casu, 41 anni di Ittiri, ex agente di commercio, con le sue dichiarazioni squarciò il velo sui presunti orrori «del metodo-Dore». Malati picchiati e vessati in nome di una sorta di “rinascita”, aveva svelato il supertestimone in riferimento alle teorie del neurologo sotto accusa. Casu, che patteggiò 22 mesi, durante il processo è stato più volte preso di mira. Una socia dell’Aion gli aveva rivolto accuse pesantissime in aula sostenendo tra l’altro che parlasse male di Dore «perché non sopportava che ci fosse una persona migliore di lui».
Ma anche il supertestimone era comparso davanti al collegio. Raccontò di come a un certo punto abbandonò
Dore e il suo gruppo di “sostenitori”. Lui, fedelissimo del neurologo («Ci conosciamo da quando avevamo 14 anni» aveva rivelato) scelse di andare via dopo un episodio in particolare: «Un giorno accompagnai
Dore a fare una visita in casa di una paziente. Si sedette di fronte a lei, una donna minuta ma vivace. Lei farfugliava qualcosa in albanese ma
Dore voleva che parlasse in italiano. Cominciò una sorta di interrogatorio e ogni volta che non arrivavano le risposte in italiano la schiaffeggiava. Le diede almeno una ventina di schiaffi, a un certo punto le sanguinò il labbro». Casu mollò tutto e si presentò dai carabinieri. (na.co.)