La Nuova Sardegna

Sassari

«Basta caos o il Natale è a rischio»

di Giovanni Bua
«Basta caos o il Natale è a rischio»

Il sindaco: «Migliorano i dati del contagio ma non basta. Pochi incoscienti mettono a rischio tutti» 

17 novembre 2020
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SASSARI. L’allarme non è più rosso, ma continua a lampeggiare con insistenza. E, con questi numeri, le “aperture” per Natale ce le possiamo scordare. Costringe tutti a un bagno di realismo il sindaco Nanni Campus che nel suo punto settimanale sulla situazione Covid in città, snocciola numeri e percentuali, scenari e appelli. E promette «tolleranza zero contro chi continua a sgarrare», chiedendo ai cittadini di: «fotografare, riprendere, chiamare, denunciare. Saremo con loro nell’appoggiare il tentativo della comunità di difendersi da chi non vuole capire quello che sta succedendo».

La stretta in realtà è già in corso, con 91 sanzioni nel fine settimana, 5 locali “beccati”, con l’aiuto anche dei carabinieri, in via Roma, piazza Fiume, via Asproni. «I ragazzini continuano a riunirsi nelle scalinate delle piazze, come se nulla fosse – attacca il sindaco –. Per nulla disturbati dal fatto che il loro comportamento metta in discussione il loro futuro formativo, con le scuole che restano chiuse, e la salute dei loro genitori e dei loro nonni. E i più grandicelli invece si ammassano nei bar di qualche gestore che preferisce fare qualche euro in più ora senza capire che gli costerà la chiusura dopo». Chiusura che potrebbe arrivare se si sarà costretti a inasprire il lockdown: «Ma prima di sparare nel mucchio faremo pagare a chi sbaglia. È già previsto nell’ordinanza, alla seconda sanzione si abbassano le serrande. E lo applicheremo. Perché se il Comune è costretto a chiudere vie e piazze danneggia chi si comporta con serietà, fa sacrifici. E se deve chiudere i bar non può dare nessun ristoro economico. E per le attività sarebbe una tragedia».

Uno scenario fosco, confermato dal fatto che: «In Sardegna solo Nuoro è messa peggio di noi. Con un indice di contagio a 0,83, praticamente 1 ogni 100 abitanti, quasi il doppio della media regionale. Ecco, noi siamo a 0,78. Vuol dire che se in piazza Fiume o in piazza Moretti ci sono un centinaio di ragazzini a bivaccare uno di loro è positivo, e sta contagiando gli altri».

Una situazione di pressione difficile da sostenere, che si sta però almeno stabilizzando. «Quando la percentuale di positivi per tampone era al 22% eravamo a un passo dal lockdown totale, eravamo di fatto una zona rossa. Nei giorni successivi i numeri sono scesi al 13%, poi si sono stabilizzati sul 16. Alti ma gestibili. La stessa situazione delle strutture sanitarie, critica ma sotto controllo. Non siamo al collasso, anche se per tenere inevitabilmente devono rallentare molte delle attività di elezione». Così anche per tracciamento e tamponi, con la struttura per il drive through di via Pirandello in allestimento: «I medici militari hanno già allestito la postazione. Ora dobbiamo mettere in piedi il sistema per gestire le prenotazioni». E il Sisp, il servizio igiene e sanità dell’Ats: «Che a giorni sarà potenziato come promesso. Come le Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale. Ne dovevamo avere cinque, sono attive solo due». Notizie buone che cozzano però con la realtà più dura: i numeri assoluti dei contagi, che, nonostante il lieve calo di questi giorni, tendenzialmente continuano a crescere, in maniera non esponenziale ma costante. «Serve – chiude Campus – l’ennesimo sforzo. Perché è evidente che, se i numeri non cambiano, non solo le misure non si potranno allentare, ma saranno ulteriormente strette. Per la nostra economia sarebbe difficile reggere, e la grandissima parte della nostra comunità non lo merita. A loro ci rivolgiamo per chiedere aiuto, per isolare chi ci impedisce di combattere e vincere questa durissima battaglia».

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