La Nuova Sardegna

Sassari

Truffa e resistenza a processo 5 giovani

di Nadia Cossu
Truffa e resistenza a processo 5 giovani

Falsi bonifici bancari per acquistare stufe, pc e climatizzatori Un imputato si era finto titolare di due imprese inesistenti

17 novembre 2020
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SASSARI. Truffa, ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale. Sono i reati per i quali cinque giovani di Sennori e Sassari (un sesto nel frattempo è deceduto) sono finiti a giudizio davanti al giudice Antonietta Crobu.

Ieri mattina si è aperto il processo. L’inchiesta era partita in seguito alla denuncia presentata da due persone, ossia le vittime del presunto raggiro. La posizione più pesante è a carico di Cristian Rassu, Stefano Cossu e Vittorio Vargiu (a loro è contestata la truffa in concorso).

In particolare, Rassu (38 anni) si sarebbe presentato nella sede di una ditta che si occupa della vendita di climatizzatori e si sarebbe qualificato come il titolare di un’impresa immobiliare («società di fatto inesistente», scriveva il pubblico ministero nell’avviso di conclusione delle indagini) e avrebbe concordato con il dipendente l’acquisto di alcune stufe a pellet e pompe di calore ottenendo la consegna parziale della merce. A ritirarla sarebbe stato Vargiu. E avrebbero anche trasmesso la ricevuta di un falso bonifico bancario che ne attestava l’avvenuto pagamento «così procurandosi un ingiusto profitto – scriveva la Procura – con altrui danno pari a 2.691,78 euro, non riuscendo a ottenere gli altri beni perché successivamente il titolare dell’attività commerciale, resosi conto della falsità anche di una seconda ricevuta di bonifico per il pagamento della ulteriore merce che gli era stata ordinata, informava la stazione dei carabinieri di Osilo che aveva identificato sul luogo del fatto Rassu e Cossu».

A quest’ultimo è stata contestata anche la resistenza a pubblico ufficiale perché «invitato a recarsi negli uffici della stazione carabinieri di Sassari per l’identificazione si rifiutava di seguire i militari e, manifestando il suo rifiuto con tono di voce alto e aggressivo, si divincolava ripetutamente tentando di allontanarsi per sottrarsi al controllo dei pubblici ufficiali».

Di un’altra truffa, stavolta ai danni dell’amministratore di un negozio di informatica, è accusato solo Rassu. Sempre presentandosi come titolare di una società inesistente, avrebbe concordato l’acquisto di due computer portatili dopo aver presentato una falsa ricevuta di avvenuto bonifico dell’importo di 738 euro. Un pc notebook, che era già disponibile in negozio, gli era stato consegnato sempre dopo l’esibizione di una falsa ricevuta bancaria che attestava il pagamento. Gli altri due imputati sono accusati di ricettazione per aver acquistato i beni (stufe e pc) provento di truffa.

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