La Nuova Sardegna

Sassari

«Voleva uccidere l’agente», chiesta condanna a 5 anni

di Nadia Cossu
«Voleva uccidere l’agente», chiesta condanna a 5 anni

Sassari, anziano a giudizio per tentato omicidio, il figlio accusato di lesioni rischia 1 anno. Nel 2015 ebbero una lite con un poliziotto dopo un incidente stradale sfiorato 

18 novembre 2020
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SASSARI. Cinque anni e 11 mesi di reclusione per quell’aggressione con un (presunto) coltello, mai ritrovato dalle forze dell’ordine, ma che un testimone raccontò di aver visto. E disse anche che ad impugnarlo, nel tentativo di colpire un uomo col quale aveva appena avuto un alterco, era il 71enne Palmiro Sini. Che avrebbe urlato «ti uccido, ti uccido». Non ci riuscì perché la persona contro la quale si sarebbe scagliato praticava arti marziali ed era ben messo fisicamente.

Quella aggressione col coltello gli costò all’epoca l’arresto per tentato omicidio e ieri una richiesta di condanna a quasi sei anni di carcere da parte del pubblico ministero Lara Senatore. A giudizio era finito anche Antonello Sini, 44 anni, figlio di Palmiro, per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Per lui il pm ha chiesto un anno e un mese.

Tutto cominciò a giugno del 2015 con un incidente stradale sfiorato sulla strada tra Sassari e l’Argentiera, un battibecco tra automobilisti coinvolti su chi avesse ragione e chi torto, scesero dalla macchina, volò qualche parola di troppo e apparve un coltello. Padre e figlio non sapevano che la persona con la quale era appena scoppiata la lite era un poliziotto e quando quest’ultimo aveva esibito il distintivo, Palmiro Sini si era allontanato e «dopo aver tentato più volte di aggredire l’agente che nel frattempo aveva chiamato i colleghi» (sostiene l’accusa) venne inseguito e arrestato: passerà quattro mesi ai domiciliari.

In tutta questa storia c’è però un dettaglio importante in chiave difensiva: «Il coltello non è mai stato trovato» ha puntualizzato ieri – davanti al collegio presieduto da Mauro Pusceddu – l’avvocato Bastianino Ventura che assiste i due imputati.

La dinamica: padre e figlio (il giovane è al volante) sono a bordo del loro Daily rosso e svoltano verso sinistra per entrare a casa. Dietro di loro c’è l’Audi guidata da Eugenio Bianco (il poliziotto) che gli va quasi addosso proprio nel momento in cui il Daily è nel bel mezzo della manovra. I primi sostengono di aver inserito la freccia, il secondo dice che non è così. Nasce una discussione in mezzo alla strada a cui assistono anche due donne che stanno rientrando a casa dal lavoro e restano intrappolate per strada. Tra il poliziotto e Antonello Sini ci sarebbe stata una colluttazione. Qui le versioni discordano su chi abbia colpito e chi abbia subìto. «Mi ha preso per il colletto – ha raccontato ieri Sini – mi strattonava e urlava “vi rovino, vi rovino”. Mio padre ha visto che non riuscivo a divincolarmi ed è intervenuto. Poi quando finalmente sono riuscito a scendere dal furgone ho visto che Bianco aggrediva mio padre. Non sapevamo che fosse un poliziotto». Secondo la Procura Palmiro Sini si sarebbe allontanato dirigendosi verso casa proprio non appena seppe che quell’uomo era un poliziotto. Tragitto durante il quale l’anziano si sarebbe liberato del coltello mentre suo figlio colpiva a calci e pugni Eugenio Bianco (sempre secondo l’accusa). L’avvocato Ventura sostiene invece che il coltello non sia mai esistito, «e infatti non è stato trovato, neppure nel punto in cui il poliziotto dice che sia stato gettato. Non gliel’hanno trovato addosso né a casa. Che fine avrebbe fatto?». Secondo il pm c’era la volontà di uccidere, perché il coltello sarebbe stato indirizzato verso la gola. Secondo l’avvocato Ventura – che ha sollecitato l’assoluzione dei due imputati – padre e figlio si sarebbero solo difesi, senza alcuna arma. La sentenza a dicembre.

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