La Nuova Sardegna

Sassari

«La compagna aiutò Mastini a fuggire»

di Nadia Cossu
«La compagna aiutò Mastini a fuggire»

Per il gip la Truzzi portò Johnny lo zingaro in un luogo lontano da Bancali. Restano in carcere lei e Grabesu, Loi ai domiciliari

19 novembre 2020
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. «Un dato di partenza accusatorio», lo definisce il gip Antonello Spanu «che le dichiarazioni degli interessati non hanno sostanzialmente intaccato. E cioè il motivo della presenza di Giuseppe Mastini (Johnny lo zingaro ndc) nel casolare di Zinziodda-Li Butangari, vicinissimo al luogo di lavoro di Cristian Loi (appena 50 metri)».

Parte da questa considerazione il giudice che nei giorni scorsi ha interrogato i quattro arrestati nell’ambito dell’inchiesta sull’evasione di Mastini. Ieri è arrivata la decisione: Cristian Loi (difeso dall’avvocato Stefano Porcu) esce da Bancali e va agli arresti domiciliari, Roberto Fois (assistito da Marco Palmieri) dovrà rispettare l’obbligo di dimora a Sassari, restano invece in carcere Giovanna Truzzi (compagna di Johnny) e Gabriele Grabesu.

«Il casolare, per quanto disabitato – motiva il giudice – si trovava all’interno di un’area di proprietà privata, recintata, frequentata da varie persone autorizzate dal proprietario Lorenzo Panei (anche lui era stato arrestato per favoreggiamento ndc), tra cui il figlioccio Cristian Loi, l’unico frequentatore dell’area dove ha trovato rifugio l’evaso che abbia avuto contatti telefonici e personali con Grabesu prima e dopo l’evasione. Nel cortile antistante l’abitazione era presente un cane, e almeno in una circostanza Loi è stato notato dal vicino mentre nutriva l’animale». Argomentazioni che, a detta del gip, rendono «altamente probabile e logicamente certo che Giuseppe Mastini non sia giunto nel casolare per caso, vagando nell’agro di Sassari alla ricerca di un rifugio, ma vi sia stato condotto da una persona che conosceva i luoghi e che poteva assicurargli il supporto logistico durante la latitanza». Ed è proprio partendo da quella che Spanu definisce “premessa logica” che le indagini hanno cercato di individuare «il filo rosso che poteva legare Mastini al luogo dove è stato catturato il 15 settembre, dopo dieci giorni di fuga».

E questo filo rosso «passa per Grabesu e raggiunge da un capo direttamente Giovanna Truzzi e Giuseppe Mastini e, dall’altro, Cristian Loi. Non sono emersi dalle indagini collegamenti alternativi». Grabesu non aveva negato di aver avuto contatti diretti con Johnny lo zingaro, prima e durante la fuga, «riferendo di aver incontrato l’ergastolano in compagnia della Truzzi nel giardino pubblico davanti alla questura dove Mastini si era recato il 5 settembre per apporre la firma». Il motivo dell’incontro – ossia la consegna di un paio di scarpe – è «inverosimile» per il giudice e cozza anche con la versione della Truzzi che non ha mai riferito nel corso delle indagini di aver incontrato Grabesu nei giardini». La Truzzi, secondo il gip, avrebbe agevolato la fuga del compagno «accompagnandolo volontariamente con il proprio mezzo in un luogo sicuro e distante dalla casa circondariale e fornendogli il suo cellulare». Quadro indiziario “grave” ma “ruolo autonomo” avrebbe invece avuto Fois che è stato scarcerato.

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative