La Nuova Sardegna

Sassari

Aree Rfi, il Comune va in giudizio

di Gavino Masia
Aree Rfi, il Comune va in giudizio

Secondo l’ufficio legale le Ferrovie non possono chiedere un risarcimento per l’occupazione dei terreni di loro proprietà

28 novembre 2020
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PORTO TORRES. Il Comune di Porto Torres si è costituito in giudizio per contrastare le richieste economiche avanzate da Rete ferroviaria italiana per l’occupazione delle aree dove attualmente sorgono le strutture comunali costruite qualche anno fa. Ossia la stazione marittima “Nino Pala”, i parcheggi della Piccola e il Museo del Porto. Nei mesi scorsi era stata Rfi ha fare il primo passo con il proprio studio legale. Aveva notificato l’atto di citazione all’amministrazione comunale attraverso l’avvocato Lucio Ghia, che chiede al giudice di condannare l’ente locale al pagamento di un grosso importo per l’occupazione degli immobili di proprietà della stessa Rete ferroviaria. L’udienza di comparazione per la costituzione in giudizio era stata fissata per il 30 giugno scorso, ma per le ovvie ragioni di emergenza sanitaria è stata rinviata ad altra data.

La giunta precedente per sicurezza aveva accantonato nel bilancio la somma di 1 milione e 600mila euro, soprattutto per cercare di chiudere la trattativa senza ricorrere così all’aula del tribunale. Ma nonostante le interlocuzioni continue dell’avvocatura comunale con i referenti di Rfi, non si è arrivati a un accordo per definire in modo concreto una pratica che va avanti da circa vent’anni. La prima richiesta del Comune a Rfi per quelle aree è infatti datata 2001 e nel frattempo in quelle aree sono state realizzate diverse opere pubbliche a servizio della collettività e per i passeggeri che arrivano nell’Isola con i traghetti di linea.

«Il Comune si è comunque costituito in giudizio – spiegano all’ufficio Patrimonio – eccependo che le somme richieste da Rfi non trovano rispondenza rispetto alla perizia tecnica che l’ufficio ha fatto svolgere dall’Agenzia del demanio: la stima è stata infatti calcolata in u milione di euro, che con un margine di trattativa potrebbe aumentare di qualche migliaia di euro».

Le aree di proprietà di Rfi si trovano proprio davanti al porto commerciale e sono state urbanizzate per realizzare gli immobili e la strada che fa da collegamento tra il porto, il centro cittadino e la zona industriale della Marinella. Opere costruite tanto tempo fa e mai definite dal Comune, anche perché Rete ferroviaria italiana (o gli enti che avevano altra denominazione societaria) non aveva mai mostrato interesse reale per pretendere un corrispettivo economico.

«L’ufficio legale del Comune di Porto Torres – aggiungono nell’Ufficio Patrimonio – ha poi eccepito che quegli immobili in disuso da tanti anni sarebbero dovuti entrare nel patrimonio della Regione. Pertanto, laddove il giudice accolga questa eccezione, Rfi non avrebbe niente da chiedere all’amministrazione comunale». Questo perché l’avvocato del Comune, Fabrizio Bionda, sostiene che esiste giurisprudenza a proposito: casi in cui alcune strutture delle Ferrovie dello Stato in disuso sono rientrate nella disponibilità del patrimonio regionale.

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